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Uno stipendio antiviolenza per tutte le donne casalinghe, in modo da renderle meno esposte, un congedo parentale obbligatorio per i padri e, infine, più servizi per le donne, a cominciare dagli asili nido.
Sono le richieste formulate dall'avvocato Giulia Bongiorno, notissima penalista e ministro per la pubblica amministrazione nel primo governo Conte, in una intervista al periodico Donna Moderna. Non mi accontento più, ha chiosato l'avvocato Bongiorno, delle quote rosa, Le donne hanno diritto alle quote fucsia e, soprattutto le più giovani, non devono ulteriormente chiedere, ma energicamente rivendicare i propri diritti. Riportiamo alcuni stralci della intervista, che l'avvocato ha concesso tramite un intervento telefonico dal proprio studio legale, con le tre richieste cui si è fatto cenno.
Lo "stipendio antiviolenza": "Nella mia esperienza con l'associazione Doppia difesa, ho seguito molti casi di abusi contro donne che lavoravano solo in casa. In tante non sono riuscite a sottrarsi a un compagno-carnefice perché dipendevano economicamente da lui. Ecco uno dei motivi per cui sono favorevole a retribuire il lavoro domestico. L'altro è di pura convenienza. Un recente studio McKinsey pubblicato dall'Economist calcola che se le casalinghe avessero uno stipendio e se fosse colmato il divario tra retribuzioni maschili e femminili, l'economia mondiale sarebbe più ricca di 28,7 trilioni di dollari».
Congedo parentale obbligatorio o quantomeno conveniente per i padri: "Ora è come se non esistesse e, di fatto, quando arriva un figlio tutto è a carico della madre. E qui veniamo al terzo punto, inutile girarci intorno: servono i servizi. E smettiamola di pensare che chiedere più asili nido, aziendali e non, sia una cosa da "femminucce". Lo sa quando mi arrabbio sul serio? Quando ai convegni in cui si parla di conciliazione lavoro-famiglia ci sono solo donne».
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