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Dopo anni di ricorsi avverso le delibere di iscrizione d'ufficio e le cartelle esattoriali di Cassa Forense, dopo le petizioni e le manifestazioni in piazza, la protesta degli Avvocati contro l'obbligo di iscrizione a Cassa Forense, introdotto con la n. 247/2012, entra nella proposta di legge n. 2030 a firma di un giovane Collega, l'On. Bignami FDI.
Il prezzo della protesta è ancora altissimo: migliaia di Colleghi esecutati o costretti a cancellarsi perché il contributo fisso di ca. € 4.000 non è per tutti sostenibile; Colleghi deferiti alla disciplina perché l'inadempimento contributivo è sanzionato dal codice deontologico; Colleghi diffidati e/o querelati perché dissidenti!
Li abbiamo conosciuti, li abbiamo incontrati, li abbiamo intervistati e ci siamo esposti al loro fianco. Diffidati anche noi , anche un giornale iscritto al pubblico registro della stampa!
La proposta dell'On. Bignami ci appare molto efficace e sufficientemente esaustiva, giacché non riguarda solo l'abolizione dell'obbligo di iscrizione a Cassa Forense, ma raccoglie quasi tutte le istanze della categoria, dall'esame di Stato al lavoro subordinato, dal praticantato al tirocinio e denuncia le violazioni dei criteri meritocratici, di equità e trasparenza dell'attuale sistema :
"Con la presente proposta di legge si intende delegare il Governo a procedere a una decisa revisione della riforma della professione forense intervenuta con la legge 31 dicembre 2012, n. 247. Una riforma che, anziché favorire l'ingresso alla professione di avvocato e l'accesso alla stessa, in particolare alle giovani generazioni, con criteri di valorizzazione del merito come la legge stessa recita, ha comportato, nei fatti, una reformatio in peius ampliando la divisione tra avvocati e finendo per creare criticità e difficoltà in specie per i giovani avvocati."
La proposta si compone di un unico articolo:
ART. 1
"Al fine di procedere a una revisione e a una semplificazione della disciplina dell'ordinamento della professione forense, di cui alla legge 31 dicembre 2012, n. 247, e di favorire l'accesso alla professione di avvocato da parte dei giovani, il Governo è delegato ad adottare, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, uno o più decreti legislativi sulla base dei seguenti princìpi e criteri direttivi:
a) modifica del corso di studi in giurisprudenza agevolandone l'indirizzo verso la specializzazione professionale mediante l'istituzione e l'attuazione di tirocini curricolari al quarto e al quinto anno di corso di studi e anticipando l'immissione dei neolaureati nel mercato del lavoro;
b) obbligo del rimborso delle spese per il praticante avvocato;
c) eliminazione dell'incompatibilità della professione forense con il lavoro subordinato di cui all'articolo 18 della legge 31 dicembre 2012, n. 247, prevedendo l'applicazione del contratto collettivo nazionale di lavoro degli studi professionali per avvocati e praticanti;
d) ripristino della figura del praticante abilitato, prevedendo che la stessa non sia soggetta a limitazioni temporali e contestuale abolizione della figura del praticante sostituto processuale;
e) revisione delle modalità dell'esame di abilitazione previste dagli articoli 46 e seguenti della legge 31 dicembre 2012, n. 247, mediante l'introduzione di misure premianti e di meccanismi di trasparenza, con l'obbligo di motivazione non puramente numerica e la fissazione di criteri effettivi, obiettivi e omogenei, su scala nazionale, da seguire per la valutazione delle prove di cui all'articolo 17-bis del regio decreto 22 gennaio 1934, n. 37. Previsione dell'aggiunta di una ulteriore sessione per le prove scritte salvaguardando l'esito favorevole delle stesse in caso di superamento, al fine di poter affrontare un'unica prova orale;
f) previsione di agevolazioni fiscali e previdenziali per i giovani avvocati;
g) previsione di un rimborso delle spese obbligatorio per i tirocinanti;
h) eliminazione dell'obbligo dell'iscrizione alla Cassa nazionale di previdenza e assistenza forense e liberalizzazione del settore previdenziale e assistenziale con la fornitura delle relative prestazioni anche da parte di altri soggetti mediante l'introduzione di forme di previdenza complementare e di meccanismi concorrenziali, individuando meccanismi efficienti di progressività nella contribuzione previdenziale;
i) abolizione dei requisiti dell'abitualità, dell'effettività e della continuità della professione forense di cui all'articolo 21 della legge 31 dicembre 2012, n. 247, al fine della permanenza dell'iscrizione al relativo albo;
l) reintroduzione dell'accordo con il quale l'avvocato e il cliente stabiliscono che il compenso per la prestazione professionale svolta è determinato in percentuale rispetto al risultato ottenuto, al fine di ridurre gli oneri a carico dei clienti."
https://documenti.camera.it/leg18/pdl/pdf/leg.18.pdl.camera.2030.18PDL0077820.pdf
Dunque, nel silenzio delle Istituzioni Forensi, troppo impegnate sul fronte del "doppio mandato", è la politica che sta offrendo delle risposte concrete all' Avvocatura, con ciò riferendomi anche alla proposta della Collega On. Serracchiani PD, per quanto riguarda l'enorme contenzioso insorto tra i professionisti e la GS INPS, che pure abbiamo ampiamente trattato con la leader dei ricorrenti Avv. Ilaria Gadaleta.
Saranno proprio le recenti proposte di legge l'oggetto del Convegno che si terrà a Napoli il prossimo 29 Novembre, in cui sarò Relatore insieme ai Colleghi Ilaria Gadaleta, Paolo Rosa past President di Cassa Forense, Giuseppe Riccio delegato di Cassa Forense per il distretto di Napoli ed Eugenio Pappa Monteforte già delegato di Cassa Forense. Al Convegno è stato invitato a partecipare anche l'On. Bignami, come ci comunica l' Avv. Angela La Marca, organizzatrice dell'evento.
La partecipazione è libera e gratuita e sarà di estrema importanza essere presenti al dibattito ed offrire contributi tecnici ai progetti di legge in corso.
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