"Assistevo Marta (nome di fantasia, ndr), ragazza trans che chiede il cambio del nome e del sesso anagrafico", racconta La Torre. Il giudice, presidente di un collegio del tribunale civile di Prato, "le ha rivolto una sola domanda: ´Senta lei lavora?´. Marta - prosegue - ha risposto che per le persone trans con i documenti difformi dall´aspetto esteriore praticamente impossibile trovare un lavoro. Il giudice ha dunque risposto ´si metta a verbale che una prostituta´. Marta scoppiata in lacrime".
"Ho chiesto che l´espressione del giudice venisse censurata e ho precisato che non c´entrava nulla con la domanda di cambio del nome", dice ancora La Torre che intende segnalare il caso al Csm, "ma chi ripagher Marta per aver subito una violenza gratuita e inaccettabile?".
Il presidente del tribunale di Prato, Nicola Pisano, non intende assolutamente entrare nel merito di quanto avvenuto. "Se l´avvocato lo vorrà potrà fare denuncia per falso ideologico - spiega - io non posso addentrarmi in un verbale redatto davanti a tre giudici. L´avvocato sa bene che ci sono organi istituzionali preposti per muovere eventuali contestazioni. Io posso soltanto ribadire che è tutto quanto è stato fatto nel pieno rispetto delle regole".
Fonte: Il Tirreno