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Ore 11, nelle aule la protesta dei docenti. Lettera a Mattarella e Conte, adesioni da Università e cultura

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Una iniziativa senza precedenti di protesta nei confronti del Ministero dell'Istruzione, ed in particolare dell'ufficio scolastico provinciale di Palermo, e di solidarietà nei confronti della professoressa Dell'Aria, che la settimana scorsa è è stata sanzionata con il provvedimento della sospensione dal lavoro e dalla retribuzione per omesso controllo su una ricerca, posta in essere dai propri alunni, i quali in occasione della riflessione sulla giornata della memoria, avevano ritenuto di accostare le leggi razziali del 1938 al Decreto Sicurezza varato dall'attuale governo e fortemente voluto dal Ministro dell'Interno Matteo Salvini. Una protesta che, suggerita da un liceo di Ostia, si è propagata a macchia d'olio in tutto il paese, ha ricevuto l'adesione di oltre 50 associazioni accademiche, di ricerca e della cultura indipendenti dagli schieramenti politici, ed è culminata stamane, alle ore 11:00, con il blocco delle lezioni e la lettura, nelle università e negli istituti scolastici di ogni ordine e grado, migliaia e migliaia, degli articoli della Carta Costituzionale 21 e 33, che tutelano la libertà di ricerca e di insegnamento. 

E non è finita qui, perché i promotori hanno anche indirizzato una lettera al Presidente della Repubblica e al premier perché intervengano presso le autorità di governo anche per chiedere l'annullamento immediato di una sanzione disciplinare prima, sostengono le associazioni firmatarie, di qualsivoglia fondamento. Ci sono i grecisti e gli archeologi, i germanisti, gli anglisti e gli studiosi di cinema e teatro: "Esprimiamo allarme e sconcerto per il provvedimento di sospensione dal servizio della professoressa Rosa Maria Dell'Aria. Come studiosi e docenti siamo pienamente solidali con la collega, convinti che scuola e università siano impegnate nella stessa, prioritaria missione civile e culturale: l'educazione degli studenti al senso critico e alla libertà del pensiero". La richiesta è rivolta anche al Ministero dell'Istruzione e all'Ufficio scolastico provinciale di Palermo: "Chiediamo di revocare il provvedimento sospensivo, che assume inevitabilmente un significato intimidatorio per tanti colleghi che lavorano con impegno ogni giorno per questi obiettivi". E si conclude: "Ribadiamo la nostra fedeltà ai principi inviolabili della Costituzione nata dalla Resistenza, in particolare all'articolo 33 che tutela la libertà dei docenti dalle ingerenze del potere politico, di qualunque orientamento esso sia: L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento". 

Articolo 21

Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.

La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.

Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell'autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l'indicazione dei responsabili.

In tali casi, quando vi sia assoluta urgenza e non sia possibile il tempestivo intervento dell'autorità giudiziaria, il sequestro della stampa periodica può essere eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria, che devono immediatamente, e non mai oltre ventiquattro ore, fare denunzia all'autorità giudiziaria. Se questa non lo convalida nelle ventiquattro ore successive, il sequestro s'intende revocato e privo d'ogni effetto.

La legge può stabilire, con norme di carattere generale, che siano resi noti i mezzi di finanziamento della stampa periodica.

Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni.

Articolo 33

L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento.

La Repubblica detta le norme generali sull'istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi.

Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato.

La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali

E' prescritto un esame di Stato per l'ammissione ai vari ordini e gradi di scuole o per la conclusione di essi e per l'abilitazione all'esercizio professionale.

Le istituzioni di alta cultura, università ed accademie, hanno il diritto di darsi ordinamenti autonomi nei limiti stabiliti dalle leggi dello Stato.

 

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