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Le intercettazioni sul Presidente di Cassa Forense tra giustizialismo, garantismo ed etica.

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Il dibattito pubblico sui social, dopo le recenti intercettazioni che hanno riguardato anche il Presidente di Cassa Forense, contrappone ai garantisti, sostenitori del modello giudiziario italiano, i giustizialisti, ovvero i fautori della necessità dell'applicazione della pena, svincolata dalle garanzie – considerate eccessive – del predetto modello italiano.

Al di là di ogni valutazione di carattere penale, sin qui esclusa, credo che quanto emerge dalle intercettazioni interessi prima di tutto quel codice etico che proprio il Presidente ha dato a Cassa Forense con rilevanza per tutti coloro che vi orbitano, interni ed esterni.

Il Codice Etico può definirsi come la "Carta Costituzionale" dell'impresa, ovvero una carta dei diritti e dei doveri morali che definisce la responsabilità etico-sociale di ogni partecipante all'organizzazione imprenditoriale. In pratica, è uno strumento volontario e non vincolante ai sensi di legge che costituisce una dichiarazione di valori di cui un'organizzazione si dota.
E' un mezzo a disposizione delle imprese per prevenire comportamenti irresponsabili o illeciti da parte di chi opera in nome e per conto dell'azienda, perché introduce una definizione chiara ed esplicita delle responsabilità etiche e sociali dei propri dirigenti, quadri, dipendenti e spesso anche fornitori verso i diversi gruppi di stakeholders. Il Codice Etico è uno strumento di implementazione dell'etica all'interno dell'azienda e per lo stakeholder manager costituisce un mezzo che permette di garantire una gestione equa ed efficace delle transazioni e delle relazioni umane e che sostiene la reputazione dell'impresa, in modo da creare fiducia verso l'esterno. La sua credibilità, ad oggi, dipende dal livello di serietà e di monitoraggio a cui è sottoposto dall'impresa e dagli stakeholders.

Il codice etico al riguardo cosi recita:

«12. Correttezza delle procedure
I componenti degli Organi collegiali, i dirigenti, i dipendenti, i consulenti, i collaboratori e i terzi che agiscono per conto della Cassa, sono tenuti al rispetto delle procedure interne. Le loro operazioni devono essere legittime, autorizzate, coerenti, congrue, documentabili e verificabili.  Gli atti formali compiuti debbono rispondere a requisiti di verità, completezza e trasparenza.  La documentazione dell'attività svolta deve essere conservata nelle forme stabilite dalle procedure interne, deve essere reperibile e ordinata secondo criteri logici e in conformità alle disposizioni predette.  I responsabili dei processi decisionali nella scelta dei fornitori garantiscono imparzialità e pari opportunità di partecipazione alla selezione, perseguendo la massima utilità, anche economica, per la Cassa.

13. Formalità delle transazioni contabili e relativi controlli
Fermo restando l'obbligo del rispetto dei principi di correttezza e delle procedure interne sancito dall'articolo precedente per qualsiasi transazione, nelle transazioni contabili i componenti degli Organi collegiali, i dirigenti, i dipendenti, i consulenti e i collaboratori sono tenuti al rispetto delle specifiche procedure interne adottate in materia e devono curare che codice etico e di condotta della cassa nazionale di previdenza e assistenza forense ogni operazione contabile sia rispondente ai requisiti di verità, completezza e trasparenza; a tal fine deve essere conservata agli atti la documentazione inerente all'attività svolta, in modo da consentire:
- l'accurata rilevazione e registrazione contabile di ciascuna operazione;
- l'immediata determinazione delle caratteristiche e delle motivazioni che sono alla base dell'operazione;
- l'agevole ricostruzione formale e cronologica della transazione;
- la verifica del processo di decisione, di autorizzazione e di realizzazione, nonché l'individuazione dei vari livelli di responsabilità e controllo.
I dirigenti, i dipendenti e i collaboratori e i consulenti, nell'ambito delle loro funzioni o incarichi, sono tenuti a partecipare alla realizzazione di un sistema di controllo efficace sulla regolarità delle operazioni effettuate e sulle transazioni contabili. Qualora vengano a conoscenza di omissioni, falsificazioni o trascuratezze nelle registrazioni contabili o nelle documentazioni di supporto sono tenuti a riferirne immediatamente al diretto superiore ovvero direttamente all'Organismo di Vigilanza.

29. Norme di comportamento per i componenti degli Organi collegiali

I componenti degli Organi collegiali della Cassa sono tenuti al rispetto del presente Codice, improntando la propria condotta ai valori di onestà, integrità, lealtà, e correttezza. Ai componenti degli Organi collegiali è richiesto in particolare:
- di preservare il patrimonio della Cassa;
- di garantire la salute, la sicurezza e della persona;
- di garantire l'integrità e la tutela l'ambiente;
- trasparenza nei rapporti con utenti e fornitori;
- correttezza nei rapporti con la P.A. e altre Autorità;
- autonomia e indipendenza nell'espletamento del proprio mandato, anche nei rapporti con i terzi;
- la partecipazione assidua ed informata alle adunanze ed alle attività cui sono chiamati;
- di evitare situazioni di conflitto d'interesse o di incompatibilità di funzioni;
- di fare un uso riservato delle informazioni di cui vengono a conoscenza per ragioni d'ufficio e di non avvalersi della carica per ottenere vantaggi personali. Ogni attività di comunicazione verso l'esterno deve rispettare le leggi e le pratiche di condotta e deve essere atta a salvaguardare le informazioni sensibili e riservate;
- di non divulgare le informazioni conosciute per ragioni di ufficio, ivi compreso il contenuto dei documenti propedeutici o comunque predisposti relativamente agli argomenti oggetto di discussione e di studio negli Organi Collegiali. Ogni comunicazione all'esterno deve essere resa nel rispetto delle leggi e delle pratiche di condotta a salvaguardia delle informazioni sensibili e riservate. A tale riguardo, nell'utilizzo dei social media, è necessario usare discrezione e buonsenso quando si discutono argomenti o si esprimono opinioni che riguardano attività di Cassa Forense, applicando quei valori di riservatezza, onestà, lealtà, e correttezza più volte richiamati.  Nella circostanza viene richiesto di esplicitare sempre il ruolo ricoperto all'interno dell'Ente e di chiarire che le dichiarazioni pubblicate sono personali e non rappresentano in alcun modo la posizione di Cassa Forense».

Chi opera nel mondo variegato della finanza, lo posso dire per esperienza diretta e non per sentito dire, deve avere la sensibilità della immediata percezione del "malaffare" dal quale sottrarsi con un secco "no" proprio per non essere coinvolto in una ragnatela dalla quale è poi complicato uscirne. Diversamente si violano i principi del codice etico che viene prima di ogni altra valutazione. Multa paucis!

Un'arte, fare il mercante. Una scelta di vita civile e morale, fondare e far crescere un'impresa. E una relazione virtuosa tra il "buon mercante" e il "buon cittadino". Ne scrive, con lucida intelligenza, Benedetto Cotrugli, mercante di successo a metà del Quattrocento,​​ in un libro riscoperto di recente e appena pubblicato in inglese da Palgrave Macmillan, a cura di Carlo Carraro e Giovanni Favero dell'università Ca' Foscari di Venezia e con una brillante introduzione di Niall Ferguson, uno dei maggiori storici contemporanei. "Libro de l'arte della mercatura", è il suo titolo. E' stato scritto nel 1475 in italiano "volgare", elegante ed essenziale (se ne è discusso alcune sere fa al Canova Club di Milano, davanti a un pubblico di imprenditori, manager, donne e uomini della finanza e della comunicazione). Le regole di vita del buon mercante (che deve vestirsi "in modo sobrio ed elegante"). Le prudenze nel fare ed esigere credito (un'accorta diversificazione del rischio e un corretto calcolo ei tempi). I principi della contabilità (si intravvedono i canoni che poi Luca Pacioli definirà con la "partita doppia"), l'affidabilità, la formazione dei figli per il mondo degli affari, la cura per la rete degli scambi, il senso del rischio ma anche la necessità di stare in guardia contro gli eccessi dell'avidità. E i rapporti con la politica (starne alla larga, avverte il mercante). 

 

 

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