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La soppressione dei Tribunali per i minorenni.

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 L'istituzione del Tribunale unico per le persone, i minori e le famiglie, da realizzarsi entro il 2024 nasce dall'esigenza di dare concretezza alle richieste dell'Unione europea e partecipare al PNRR.

Le proposte sono state approvate dalla Commissione giustizia del Senato nel 2021.

Pertanto sono state previste alcune norme immediatamente precettive ed in una seconda fase, l'attuazione di un'attività riformatrice finalizzata a dar vita a un unico rito processuale per tutti i procedimenti relativi ai minorenni e alle famiglie.

Secondo alcuni, tale attività unificatrice porterà ad una maggiore omogeneità di interventi in situazioni analoghe, ricorrendo a orientamenti uniformi e dando adeguata risposta alle richieste sempre sollevate dagli operatori del diritto.

Occorre però sottolineare che, la modalità prevista, è stata costruita pensando alle caratteristiche dei procedimenti in materia di famiglia nei quali l'obiettivo è di gestire un conflitto fra parti e comporre un contenzioso fra due adulti.

Purtroppo, a detta di molti nella proposta non si tiene conto delle peculiarità insite nei procedimenti trattati dal tribunale dei minori, in quanto l'adozione di un unico rito per tutte le tipologie di procedure, minorili e familiari, non considera la specificità degli interventi di tale giudice a tutela di soggetti minorenni. 

 Tutto ciò nasce anche dalla natura diversa del Tribunale ordinario rispetto a quello dei minori; se nel primo il pregiudizio in danno del soggetto minore di età è solo eventuale, avanti al tribunale per i minorenni la riparazione del pregiudizio al soggetto minorenne cagionato dai suoi genitori è l'obiettivo primario, indipendentemente dall'esistenza o meno di una lite fra i genitori.

Ecco perché molti ritengono che, la valutazione da parte di un'equipe multidisciplinare, sia necessaria per una valutazione appropriata.

Inoltre, le decisioni del giudice minorile di primo grado vengono assunte rebus sic stantibus con modalità provvisorie, seguendo l'evoluzione della famiglia, dei tempi del minore e possono per tali ragioni mutare.

In una terza fase si è prevista entro il 2024, l'istituzione di un "Tribunale unico per i minori, la famiglia e le persone", che nella sostanza, produrrà un severo ridimensionamento dell'attività dei tribunali per i minorenni, in futuro tribunali distrettuali, a composizione multidisciplinare.

Come si può facilmente comprendere alla luce di quanto espresso sopra, di recente ha destato particolare clamore, la possibile chiusura dei tribunali minori in Abruzzo.

 Al termine di un acceso dibattito, non ci si stupisce pertanto che sia stata accolta con gioia, la notizia della proroga fino a tutto il 2023 della chiusura dei tribunali minori abruzzesi, giunta dopo numerose precedenti proroghe.

Secondo la composizione esistente, i tribunali di Sulmona e Avezzano dovrebbero essere accorpati al Tribunale dell'Aquila e quelli di Lanciano e Vasto a Chieti.

Al riguardo è intervenuto anche l'ordine dei dottori commercialisti, il quale ha affermato che, sulla chiusura dei tribunali minori occorre confrontarsi per valutare caso per caso i reali interessi economici, sociali e ambientali dei territori e valutare attentamente costi e benefici.

Secondo il CNDCEC , nello specifico i casi dei quattro tribunali minori abruzzesi di Avezzano, Lanciano, Sulmona e Vasto, sono stati esaminati anche perché la loro soppressione è finora stata rinviata dopo gli eventi sismici degli scorsi anni.

In particolare, dallo studio relativo agli effetti della chiusura è emerso un impatto significativo su un territorio che possiede delle specificità di tipo geografico e di articolazione del rapporto tra superficie e densità di popolazione, per cui per la posizione degli Uffici Giudiziari lancianesi e vastesi, la soppressione dei tribunali porterà alla quintuplicazione dei chilometri ed alla triplicazione dei tempi di percorrenza da impiegarsi, cui consegue l'esatta quintuplicazione dei costi per la collettività, anche per quanto attiene all'impatto ambientale, al carico viario (implementato almeno del 400%) e alla sicurezza della circolazione, una sostanziale diseconomia!

Anche queste ragioni si aggiungono alle altre perplessità sollevate e che portano molti ad auspicare pertanto soluzioni condivise.

E' evidente che le stesse soluzioni eventualmente accolte, potrebbero essere utilizzate anche in altre regioni con lo stesso problema.

 

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