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Come ho già ricordato nell' articolo di sabato scorso, ancora non è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il regolamento investimenti degli Enti Previdenziali (ex d.lgs. 509/1994 e d.lgs. 103/1996), che, secondo quanto si legge nella Relazione della Covip del 2017:
"favorirebbe l'ordinato esercizio della complessiva azione di vigilanza delle diverse Istituzioni a ciò preposte, ivi compresa la valutazione di atti regolamentari degli Enti stessi, preordinati a una migliore definizione dei processi gestionali in materia di investimento delle risorse."
La COVIP precisa altresì che:
"L´art. 14 d.l. n. 98/2011 ha attribuito alla COVIP le funzioni di vigilanza sugli investimenti delle risorse finanziarie e sulla composizione del patrimonio degli Enti previdenziali ex d.lgs. n. 509/1994 e d.lgs. n. 103/1996 (di seguito, per semplicità, Casse), delegando ad un decreto la disciplina in materia di investimento delle risorse finanziarie, di conflitti di interessi e di depositario. Tuttavia, l´iter di approvazione di tale regolamento non risulta ancora concluso. Le Casse risultano ad oggi gli unici investitori istituzionali affrancati da una regolamentazione unitaria in materia, regolamentazione che, ad esempio, è di livello primario e secondario per i Fondi pensione, coerentemente con l´assetto definito a livello comunitario".
Pertanto i Fondi Pensione, pur gestendo la previdenza complementare e volontaria, risultano regolamentati, mentre le Casse Previdenziali, che gestiscono la previdenza obbligatoria, continuano ad investire (i nostri contributi) nei mercati finanziari, senza una regolamentazione unitaria . In particolare Cassa Forense, secondo quanto riportato nell' ultimo bilancio dell' Ente, ha investito di 11 miliardi e mezzo di patrimonio circa 10 miliardi in azioni, obbligazioni ed absolute return (fondi comuni che cercano di raggiungere un rendimento assoluto, indipendentemente dalla direzione dei mercati, lasciando la libertà al gestore di non seguire alcun benchmark - parametro oggettivo di riferimento per la performance).
Le Casse non sono intermediari finanziari soggetti al TUF e TUB, né sono sottoposte ai controlli di Consob e Banca d'Italia, ma sono investitori istituzionali (non retail) che investono per il tramite degli intermediari finanziari. Ordunque si potrebbe ipotizzare che l´ utilizzo di strumenti finanziari (Fondi) come veicolo per svolgere attività estranee allo scopo statutario rientri tra le responsabilità previste nel d.lgs. 231/01? Alcuni spunti di riflessione sono offerti dalle pronunce della Cassazione a Sezioni Unite n. 26654/2008e n. 38343/2014: infatti, il d.lgs. 231/2001 ha introdotto nel nostro ordinamento un sistema punitivo per gli enti collettivi, finalizzato a ridurre la possibilità di utilizzare lo strumento societario come schermo per evitare sanzioni in caso di violazione di legge e a risalire alla responsabilità dell'ente nei casi in cui gli illeciti siano stati commessi nell'interesse o a vantaggio di esso (societas delinquere potest!)
Cassa Forense ha adottato il Modello 231/01 .
Con l' Avv. Paolo Rosa sono state inviate le prime e.mails al PDR a far data dal 14.12.2017 ( https://servizi.quirinale.it/webmail/ ). Ecco il testo a disposizione dei Colleghi .
"Chiarissimo Presidente Prof. Sergio Mattarella
Non risulta ancora concluso l'iter di approvazione del decreto recante le disposizioni rivolte agli Enti previdenziali di cui ai d.lgs. 509/1994 e d.lgs. 103/1996 in materia di investimento delle risorse finanziarie, di conflitti di interessi e di depositario (ex articolo 14, comma 3, del d.l. 98/2011, convertito con modificazioni dalla l. 111/2011).
Già il 14 novembre 2014 il Ministero dell'Economia e delle Finanze ha sottoposto a consultazione pubblica sino al 5 dicembre 2014 lo schema di decreto per gli investimenti delle Casse di previdenza dei professionisti. Sono stati raccolti tutti i pareri di legge ma il regolamento non è ancora stato inviato in Gazzetta Ufficiale per la sua pubblicazione.
Nella relazione Covip 2017 si legge in premessa che " non può che farsi presente come la sua adozione consentirebbe di disporre di un quadro di regole certe e predeterminate all'interno del quale verrebbero esercitate le prerogative gestionali degli Enti; essa favorirebbe inoltre l'ordinato esercizio della complessiva azione di vigilanza delle diverse Istituzioni a ciò preposte, ivi compresa la valutazione di atti regolamentari degli Enti stessi, preordinati a una migliore definizione dei processi gestionali in materia di investimento delle risorse."
Anche dai Rapporti ASSOFONDOPENSIONE e ADEPP di dicembre 2017 emerge che, mentre i fondi che gestiscono la previdenza volontaria sono dotati del regolamento investimenti e dello stress test della UE - EIOPA, le Casse di previdenza obbligatoria dei professionisti (ADEPP) sono ancora in attesa della pubblicazione del regolamento investimenti e non dispongono di stress test. L'ADEPP stesso, alla pag. 69 del VII Rapporto, denuncia il ritardo nell'iter di adozione del decreto ministeriale che rappresenta una garanzia per tutti gli iscritti che sono circa un milione cinquecentomila.
La invito pertanto a interporre i suoi buoni uffici perché il regolamento per gli investimenti sia immediatamente trasmesso in Gazzetta Ufficiale per la sua pubblicazione. Ogni ritardo sarebbe, dopo tre anni, assolutamente ingiustificabile ed esporrebbe il patrimonio delle Casse, stimato oggi in circa 80 miliardi, a ingenti rischi per la previdenza di 1 milione e 500mila iscritti. "
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