Se questo sito ti piace, puoi dircelo così
Aveva appena concluso il terzo appuntamento di quella giornata ed aveva fatto ancora una volta un buco nell'acqua. Non sarebbe mai riuscito a vendere quell'appartamento, nonostante in passato ne avesse sbolognato di assai peggiori. Il problema di quella casa era costituito dal non avere il benché minimo sfogo esterno. Niente terrazze, né balconi, né tantomeno giardini. E poi la palazzina non si presentava affatto bene, con l'intonaco tutto rovinato e con le mura su strada piene zeppe di scritte e graffiti.
Fissando lo slogan "Lazio Merda", vergato a caratteri cubitali da mano ignota proprio accanto al portone d'ingresso, salì sul suo fuoristrada Toyota e si apprestò a tornarsene in agenzia.
Una volta intrappolato nel traffico della periferia nord di Roma, si lasciò andare a un ampio sorriso, compiacendosi con se stesso per come gli affari stavano procedendo. Il mercato immobiliare era letteralmente impazzito, con i prezzi delle case che erano saliti alle stelle, fino a raggiungere quotazioni assolutamente inimmaginabili soltanto pochi anni prima. E più i prezzi salivano, più la gente cercava di comprare. E questo, naturalmente, aveva rappresentato la sua fortuna.
Carlo Baldini, ormai alla soglia dei quarantacinque anni, ricordava ancora bene i difficili esordi della sua carriera, quando, dopo ogni vendita, seppur misera, faceva festa insieme a sua moglie ed agli amici più cari.
Per fortuna, nel corso degli anni le cose erano molto cambiate. Adesso, riusciva a concludere in media un paio di compravendite alla settimana ed i problemi economici potevano considerarsi definitivamente alle spalle. Anzi, a dire il vero, sentiva di essere diventato veramente ricco, di quella ricchezza che ti consente di spendere e spandere senza doverti minimamente preoccupare di nulla. Insomma, non era certo diventato come Paperon de' Paperoni, ma si stava probabilmente avvicinando di molto a Rockerduck.
Sorrise a quel paragone, che gli sembrava quanto mai azzeccato, e imboccò il vialetto che portava al suo garage. Mentre faceva manovra, pensò a quanto era stato fortunato: un lavoro che gli piaceva, il conseguimento della tanto desiderata agiatezza economica, una bellissima moglie e, poi, la cosa più importante di tutte, la piccola e meravigliosa Francesca, che da poco più di un anno era giunta ad allietare le sue giornate. Decisamente sì: adesso poteva finalmente considerarsi un uomo realizzato.
L'agenzia immobiliare occupava tutto il primo piano di un'elegante palazzina sulla Cassia, appena fuori Roma, proprio ai confini della città, e si occupava prevalentemente di compravendite nella zona Cassia-Flaminia, senza disdegnare però le altre zone di Roma.
Baldini non rifiutava mai un incarico, anche se ciò lo costringeva spesso a lunghi e faticosi spostamenti. Aveva cinque dipendenti, ma, essendo per natura un accentratore, seguiva sempre di persona i momenti chiave delle varie trattative.
Quel giorno indossava un elegante completo scuro, con una camicia bianca portata senza cravatta. Al polso, come al solito, sfoggiava il Rolex oro e acciaio regalatogli dalla moglie.
Entrando nel palazzo, non riuscì a fare a meno di guardarsi nello specchio dell'androne. Si sentiva veramente in forma: asciutto, atletico e ancora in grado di dire la sua in fatto di donne.
Salutò la segretaria Marisa, che lo aggiornò sulle novità e sulle telefonate di quella giornata.
Sedette alla sua scrivania e, finalmente, riuscì ad aprire il giornale, che aveva comprato quasi quattro ore prima senza potergli neanche dare una sfogliata veloce.
Stava leggendo ancora la prima pagina, quando sentì trillare il campanello della porta dell'agenzia. Non vi fece nemmeno caso e continuò tranquillamente nella lettura.
Dopo una trentina di secondi vide comparire sulla soglia della sua stanza Marisa. Era entrata senza bussare e senza prima avvertirlo con l'interfono e già questo era molto strano. Vedendo il volto sconvolto della donna comprese immediatamente che c'era qualcosa che non andava.
"Signor Baldini, di là ci sono i carabinieri che vogliono parlare con lei", esordì la donna, con la voce leggermente incrinata per la forte agitazione.
"Stia tranquilla, Marisa, Non c'è nulla di cui preoccuparsi", rispose lui cercando di apparire calmo e controllato.
Ma in realtà aveva paura e ne aveva tanta. Temeva potesse trattarsi ancora di quella vecchia e maledetta storia, che sperava invece di avere archiviato per sempre.
Si alzò in piedi per andare a ricevere i carabinieri e, vedendoli, gli fu immediatamente chiaro ciò che stava per accadere.
Il passato non muore mai, pensò. I suoi incubi peggiori erano divenuti realtà.
Tutti gli articoli pubblicati in questo portale possono essere riprodotti, in tutto o in parte, solo a condizione che sia indicata la fonte e sia, in ogni caso, riprodotto il link dell'articolo.