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L’Avvento del fascismo in Italia

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Il ministro dell'interno, Matteo Salvini, il 25 aprile non parteciperà alla Festa della Liberazione definita una passerella: "…non mi interessa il derby tra fascisti e comunisti, non sarò a sfilare qua o là, fazzoletti rossi, fazzoletti verdi, neri, gialli o bianchi".

Una dichiarazione che ha rappresentato un ulteriore motivo per una lite continua tra il ministro dell'interno e Luigi Di Maio, che, invece, è di parere contrario e ricorda al suo collega di governo che la Festa della Liberazione fa parte della memoria collettiva del nostro popolo.

Da quando questo governo, cosiddetto, "giallo-verde" si è insediato non sono mancate le occasioni per far gridare allo scandalo per la mancanza di ogni e qualsiasi riferimento alla storia del nostro Paese.

Il movimento fascista era stato fondato a Milano il 23 marzo 1919 con "I fasci di combattimento".

Molti e diversi furono i motivi che concorsero all'avvento di questo fenomeno.

La pima guerra mondiale era finita da cinque mesi e il Paese era immerso in una crisi generale che aveva investito la società italiana nei gangli vitali amministrativi con la caduta di tutti i valori tradizionali.

Soprattutto gli ex combattenti che erano rientrati sfiduciati e dovevano confrontarsi con la quotidianità assillata da mille problemi.

La situazione si potrebbe paragonare, a livello economico-finanziario, a quella attuale dove le difficoltà non mancano. E come!

In questo contesto sicuramente il personaggio che seppe approfittare fu Benito Mussolini riuscendo ad inserirsi in una battaglia per la conquista del potere.

Si era formato, ideologicamente, nell' "ambiente anarchico socialista" imperante in Romagna nell'immediato dopo guerra. 

Nel1912 è direttore del quotidiano socialista "Avanti" dove trovarono spazio i personaggi provenienti dal radicalismo politico e sindacale.

Si presenta alle elezioni del 1919. Ma non viene eletto.

I Fasci di combattimento si prestano egregiamente a garantirgli spazi adeguati ad una politica di terrore, di distruzione di Camere del lavoro, di omicidi di figure scomode.

Ma con il passare del tempo, Mussolini, intravvede la possibilità di ritagliarsi un posto nel Parlamento, ma doveva, da una parte, staccarsi dal Partito socialista e, dall'altra, assicurare i proprietari terrieri e la borghesia industriale.

Nel 1921 viene eletto deputato e dà vita, nello stesso anno al "Partito fascista".

Politico di grande oratoria riuscì ad approfittare del marasma del momento trasformandosi da "rivoluzionario" ad "uomo d'ordine", da socialista a fascista da repubblicano a monarchico. Così riuscì a conquistarsi i favori degli ambienti agrari e borghesi che vedevano in lui il politico che avrebbe potuto tener testa alla "violenza rossa" che si manifestava nell'occupazione delle fabbriche e nelle richieste, sempre pressanti, di aumento dei salari, dei sindacalisti rivoluzionari e anarchici. 

Così inizia la politica del terrore.

Il 1921 Antonio Gramsci "… descrive la drammatica scena di quell'anno barbarico in cui centinaia di italiani erano stati uccisi dal piombo, dal pugnale, dalla mazza ferrata del fascista; migliaia di liberi cittadini bastonati, storpiati, feriti; decine di amministratori di comuni democraticamente eletti, esiliati con bandi regolari o costretti a dimettersi, decine di giornali e centinaia di Camere del lavoro e case del popolo saccheggiate e distrutte e milioni di popolazione italiana dell'Emilia, del Polesine, delle Romagna, della Toscana, dell'Umbria, del Veneto, della Lombardia erano stati tenuti permanentemente sotto il dominio di bande armate impunite…".

Ma il 1921 fu anche l'anno dell'entrata in parlamento del Fascismo.

Un anno dopo, nel 1922, dopo la Marcia su Roma, Mussolini ottiene l'incarico del re Vittorio Emanuele III di formare il nuovo governo.

Lo storico Paolo Alatri, intervendo sulle cause che avevano consentito a Mussolini di conquistare il potere scrive: "Ma io credo che nel complesso si debba giungere alla conclusione che ormai lo Stato liberale, costituzionale e parlamentare, non aveva più la forza per difendersi perché la sua classe dirigente era in disfacimento, aveva compiuto un volontario suicidio per giungere fino al sacrificio di sé pur di combattere il socialismo e nell'illusione che il fascismo potesse costituire un mezzo per difendere l'assetto sociale tradizionale e quindi potesse segnare un momento transitorio al termine del quale si sarebbe a sua volta costituzionalizzato, rientrando nell'ordine stabilito".

Mussolini conquista il potere e lo manterrà fino al 25 luglio 1943.

Ma del ventennio fascista, dei suoi misfatti, dei suoi delitti ci occuperemo in un'altra nota il 25 aprile prossimo. 

 

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