Se questo sito ti piace, puoi dircelo così

Dimensione carattere: +

Insegnanti inascoltati e privati di dignità, ma migliori di tanti accademici, la scuola riparta da loro. Il presidente dei Lincei parla di futuro

Lamberto Maffei è uno dei personaggi più noti della cultura italiana, in Italia e all´estero. Neuroscienziato, accademico tta i più illustri da decenni, autore di un numero sterminato di pubblicazioni, è anche il presidente dell´Accademia dei "Lincei per la Scuola" ed alcuni giorni fa ha presentato a Roma il corso "Cultura e creatività digitale" di cui ha parlato Huffington Post.
"È dagli insegnanti che la scuola deve ripartire, purtroppo gli è stata tolta la dignità sociale, la loro voce è poco ascoltata, come se fossero cittadini di serie B.
Devono fare i conti con risorse sempre più esigue, d´altra parte i fondi non vengono dati alla parte che guarda al futuro del Paese", ha detto Maffei, che subito dopo è passato al digitale.
"L´educazione digitale può essere trasformata da informazione a formazione finalizzata alla costruzione del cittadino critico e inserito nella sua società, nel suo tempo.
Montaigne, in un suo saggio, diceva che il giovane non va riempito di nozioni, gli va acceso il fuoco della conoscenza. Al digitale i giovani di oggi sono già pronti, il fuoco è pronto per essere acceso".
Ed ancora: "Il digitale ha invaso il nostro mondo. Dal punto di vista della strumentazione è certamente nuovo. Su un piano più complessivo, la rivoluzione digitale è un fenomeno di scienza avvenuto rapidamente, che ha già prodotto degli effetti, modificando il comportamento delle persone. Pensiamo all´attaccamento sviluppato dai ragazzi verso i vari dispositivi tecnologici. Io sono per la scuola della parola, del pensiero. Il telefonino in classe è un elemento di distrazione, mi sembra poco didattico. Sulla questione io e la ministra ci siamo confrontati, la sua mi sembra una visione ottimistica".
"Nel suo "Elogio della ribellione" - gli ha chiesto la giornalista - "lei ha scritto che la scuola deve mirare alla sapienza più che alla conoscenza, alla formazione più che all´informazione. Si può coniugare questa impostazione con la visione della "Buona scuola" che la considera quasi al pari di un´azienda?"
Ecco la risposta del neuroscienziato: "La scuola deve ripartire dagli insegnanti, ai quali è stato tolto tanto. A partire dalla dignità sociale. Ne incontro molti e sono migliori di tanti docenti universitari che si coccolano al calduccio del loro focherello. Ma non vengono considerati. La loro voce è poco ascoltata, come fossero cittadini di serie B. Devono fare i conti con risorse sempre più esigue, d´altra parte i fondi non vengono dati alla parte che guarda al futuro del Paese. Quando si incontrano gli insegnanti c´è sempre da imparare. Ogni giorno hanno la possibilità di dirigere l´interesse dei ragazzi verso entusiasmo e creatività".

 

Tutti gli articoli pubblicati in questo portale possono essere riprodotti, in tutto o in parte, solo a condizione che sia indicata la fonte e sia, in ogni caso, riprodotto il link dell'articolo.

Ponzio, ricordi il Nazareno? Il processo a Gesù, u...
Rosa: "Avvocati pensionati ancora iscritti, legitt...

Cerca nel sito