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Zuccaro: "Salvini, nessun reato", Tribunale: "Si, a giudizio". Le ragioni del pm e l'atto d'accusa dei giudici.

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Riportiamo in allegato, a beneficio dei nostri lettori e perchè essi possano farsi una idea più precisa del thema decidendum, l'ordinanza trasmessa al Senato dal tribunale dei ministri di Catania con cui si contesta al senatore Matteo Salvini il reato di sequestro dipersona aggravato (articolo 605 del codice penale, commi I, II numero 2 e III, pena prevista dai 3 ai 15 anni). "Per avere, nella sua qualità di ministro dell'Interno – recita il capo di incolpazione – abusato dei suoi poteri, privato della libertà personale 177 migranti di varie nazionalità giunti al porto di Catania a bordo dell'unità navale di soccorso Diciotti". 
Il tribunale dei ministri è composto da Nicola La Mantia, Sandra Levanti e Paolo Corda, scelti con la procedura del sorteggio fra i magistrati etnei.

Riportiamo i passaggi salienti:

"E' convincimento di questo tribunale che la condotta in esame abbia determinato plurime violazioni di norme internazionali e nazionali, connotandosi per ciò solo di quella indubbia illegittimità integrante il reato ipotizzato".

"Va sgomberato il campo da un possibile equivoco e va ribadito come questo tribunale intenda censurare non già un 'atto politico' dell'Esecutivo, bensì lo strumentale ed illegittimo utilizzo di una potestà amministrativa".

"Il ministro ha agito al di fuori delle finalità proprie dell'esercizio del potere conferitogli dalla legge in quanto le scelte politiche o i mutevoli indirizzi impartiti a livello ministeriale non possono ridurre la portata degli obblighi degli Stati di garantire nel modo più sollecito il soccorso e lo sbarco dei migranti in un luogo sicuro (Place of safety) obblighi derivanti da Convenzioni internazionali che costituiscono una precisa limitazione alla potestà legislativa dello Stato in base agli articoli 10, 11 e 117 della Costituzione".

È appena il caso di ricordare, come per il resto noto all'opinione pubblica, che il tribunale dei ministri, nell'assumere il provvedimento di cui sono stati riportati alcuni significativi stralci, e che è allegato, ha disatteso la richiesta di archiviazione, motivata dalla ritenuta infondatezza della notizia di reato a carico del ministro per l'interno Salvini, proveniente dal capo della procura Distrettuale della Repubblica di Catania Zuccaro. Una richiesta, in particolare che, inoltrata per la prima volta il 29 ottobre 2018, sarebbe stata ulteriormente corroborata da altri elementi rafforzativi della tesi trasmessi il mese successivo a seguito dell'esperimento di ulteriori attività istruttorie consistite, prevalentemente, nell'audizione di alcuni funzionari del predetto dicastero.

Seppure la richiesta di archiviazione non risulta pubblica e, pertanto, conoscibile, tuttavia, dalle frammentate e frammentarie notizie circolate nelle ultime settimane, la stessa sembrerebbe fondata su altrettanto solidi argomenti di diritto. In particolare, la predetta richiesta si soffermerebbe, in special modo, sull'attivazione, da parte del Ministro dell'Interno e del Governo italiano nel suo insieme, di molteplici tentativi atti a offrire una soluzione all'emergenza rappresentata dalla Diciotti, dapprima interloquendo con la Repubblica maltese, le cui autorità, come in tanti hanno rilevato,  sarebbero state tenute dall'ordinamento internazionale a rilasciare il POS, e in un secondo tempo con la richiesta ai paesi UE ed addirittura anche ad alcuni paesi extra UE - anch'essa registrata ampiamente dai media - l'attivazione di canali e percorsi di fuoriuscita dall'emergenza, senza che tali pressanti e reiterati tentativi siano stati sufficienti a garantire l'esito sperato.

Ma, soprattutto ed in particolare,  alla luce  di una serie di considerazioni di stretto diritto, la procura Distrettuale della Repubblica avrebbe fondato la propria richiesta di archiviazione sull'argomento alla cui stregua il mancato  rilascio del POS da parte del ministro per l'Interno fino alla conclusione del mese di agosto 2018, altra caratterizzazione non avrebbe potuto avere se non quella dell'esercizio di una potestà politica, oppure di alta amministrazione. L'una o l'altra, in altri termini e parole, sembra conseguenziale potersi ricavare, avrebbero pertanto finito per caratterizzarsi come modalità tipiche dell'esercizio di un potere politico, e pertanto, di una potestà pubblica che in nessun caso avrebbe mai potuto essere posta in discussione da una autorità giurisdizionale, stante la separazione delle funzioni tra potere esecutivo e giudiziario.

Senza dire, come ancora altri hanno anche posto in rilievo che la Procura, con una ulteriore considerazione avrebbe poi ritenuto di escludere  residuali responsabilità di natura penale, stante  la  particolare solerzia della Guardia Costiera  nel venire incontro a quelle richieste di intervento e di assistenza, anche igienico-sanitaria, richiesta dal comandante,  e  stante l'accoglimento delle richieste  dei giudici, in particolare del Tribunale dei minori, di consentire lo sbarco dalla nave a un gruppo di minori non accompagnati, soggetti quindi a rischio secondo  l'apprezzamento prudente della autorità giudiziaria. 

 

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