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Giudice liquida ad avvocato 32,50 per causa di cognizione. Quando non si teme il ridicolo!

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"Tenuto conto dell'impegno professionale, in relazione all'incidenza degli atti assunti rispetto alla posizione processuale della persona difesa", il giudice "liquida in favore del richiedente la somma di 32,50 euro (fase istruttoria euro 32,50, fase decisoria euro 32,50 per un totale di euro 65, diminuito della metà" come per legge "oltre al rimborso spese generali 15%, Iva e Cap" di legge, mandando alla Cancelleria per gli adempimenti."

Sembra incredibile, eppure è la realtà. È accaduto a Perugia, il cui giudice di pace ha ritenuto conforme alla legge ed equo liquidare ad un avvocato, il cui cliente era stato ammesso al gratuito patrocinio, la somma omnia di 32,50 per entrambe le fasi di un giudizio di cognizione.

Si tratta, forse, della liquidazione più scandalosa alla quale abbiamo assistito in questi anni una liquidazione, oltretutto, palesemente illegittima, in quanto redatta contro il principio che esige che le liquidazioni non possano essere peggiorative rispetto all'ammontare delle tariffe minime ridotte alla metà. Nella fattispecie, pertanto, dando per scontata la ricostruzione riguardo lo scaglione, minimo, della controversia, le somme liquidate avrebbero dovuto essere poco meno di €60, una somma, comunque, che sarebbe rimasta oltraggiosa.

Una liquidazione, quella in questione, in relazione alla quale si è letteralmente scatenata l'ironia del web, prima di tutto degli avvocati del circondario, essendo stato il provvedimento postato da uno di essi nel gruppo Facebook "avvocati perugini".

Non senza amarezza, alcuni Colleghi hanno fatto rilevare l'assurdità di una similare liquidazione che vede sostanzialmente un avvocato pagato molto meno di una persona di servizio o del classico idraulico. Altri hanno rilevato come sotto tale profilo gli organi rappresentativi della classe Forense siano assolutamente inerti, ed altri ancora come gli stessi giudici facciano ben poca attenzione al momento di statuire sulle spese del giudizio.

Ci auguriamo che questi colleghi vogliono sottoporre la questione al proprio Consiglio dell'ordine, e riferirci circa i possibili esiti. Una cosa, per noi, è certa, che liquidazioni del genere sono scandalose e vergognose, oltraggiose per la professione forense ed indegne rispetto alla Giustizia perugina.

 

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