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Essendo candidata con il direttivo UIF alle elezioni per il rinnovo del Consiglio dell' Ordine degli Avvocati di Roma, che si terranno dal 16 al 19 gennaio (dalle 8.30 alle 14.00 , presso la Corte di Cassazione di Piazza Cavour), l'articolo settimanale di questa rubrica, che curo da ormai quasi 2 anni, viene anticipato ad oggi.
Parliamo questa volta dell'obbligo di fatturazione elettronica "tra privati" che , dopo una serie di valide critiche in ordine ai costi ed alle difficoltà pratiche, ma anche, sotto il profilo giuridico, della tutela della privacy e della sicurezza dei dati sollevate dal Garante Privacy, è entrato in vigore dal 01 gennaio 2019 (nei confronti della p.a. l' obbligo è in vigore già dal 06 giugno 2014).
Sono stati espressamente esonerati solo alcuni soggetti, in particolare gli operatori (imprese e lavoratori autonomi) che rientrano nel cosiddetto "regime di vantaggio" (di cui all'art. 27, commi 1 e 2, del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111) e quelli che rientrano nel cosiddetto "regime forfettario" (di cui all'art. 1, commi da 54 a 89, della legge 23 dicembre 2014, n. 190), il cui limite reddituale è salito dal 2019 a 65.000 euro (fermo restando l' abbattimento forfettario di costi del 22% e la tassazione del 15%) e dal 2020 a 100.000 euro (aliquota del 20%).
L' Avv. Giandomenico De Francesco ci spiega meglio nel dettaglio come ottemperare a tale obbligo e come evitare costi aggiuntivi.
"Ebbene si, disattendendo le speranze di molti circa un rinvio dell'ultimo momento, il 01 gennaio 2019 è diventata obbligatoria la fatturazione elettronica.
La genesi di questa modalità di fatturazione è da individuare, a livello europeo, nell'adozione e recepimento della Direttiva 2014/55/UE del 16 aprile 2014 relativa alla fatturazione elettronica negli appalti pubblici, che mirava al raggiungimento di due primari obiettivi: generare risparmi e dematerializzare i processi delle imprese. In quel caso, però, comportava l'obbligo di emettere solo fatture elettroniche per i soggetti che si interfacciavano con la PA.
L'obbligo di fatturazione elettronica veniva esteso al B2B, ossia "Business to Business", dalla manovra del 2017, legge 205/2017 e l'Agenzia delle Entrate pubblicava le regole tecniche con la circolare del 30 aprile 2018.
La volontà del governo di estendere l'obbligatorietà della fatturazione elettronica tra privati e B2b a partire dal 2019 veniva motivata dalla necessità di introdurre norme per il contrasto all'evasione fiscale.
Era, in effetti, questo uno dei motivi fondamentali per i quali l'Italia chiedeva alla Commissione Europea di poter introdurre nell'ordinamento nazionale l'obbligo di emettere fatture elettroniche anche nel settore privato, come già fatto con successo verso la Pubblica Amministrazione, in parziale deroga a quando contenuto nella Direttiva 2006/112/CE in materia di IVA.
Personalmente ritengo che la semplice adozione dell'obbligo di fatturazione elettronica tra privati possa fare ben poco contro l'evasione fiscale (posto che chi veniva pagato in contanti e non emetteva fattura continuerà a farlo anche con questo sistema); potrà, semmai, costituire un deterrente solo per il fenomeno della falsa fatturazione.
Ma cosa è, nel concreto, la fatturazione elettronica?
La fatturazione elettronica è un sistema digitale di emissione, trasmissione e conservazione delle fatture che permette di abbandonare per sempre il supporto cartaceo e tutti i relativi costi di stampa spedizione, conservazione e di invio delle fatture.
Gli attori coinvolti: Privati e Pubbliche Amministrazioni.
Il sistema di interscambio previsto è il formato XML.Il formato XML è il formato standard scelto per la fattura (In informatica XML (sigla di eXtensible Markup Language) è un metalinguaggio per la definizione di linguaggi di markup, ovvero un linguaggio marcatore basato su un meccanismo sintattico che consente di definire e controllare il significato degli elementi contenuti in un documento o in un testo.
Il Sistema di Interscambio - SDI non è altro che un software di smistamento – si potrebbe anche definire "postino", poichè non fa altro che ricevere i file fatture di tutti gli utenti ed inviarli ai destinatari. Fornitori e clienti (siano essi privati e/o Pubbliche Amministrazioni) sono soggetti invariati rispetto alle precedenti modalità di emissione delle fatture e conosciuti da tutti.
Si redige il file fattura in formato xml, questo deve essere firmato digitalmente oppure "sigillato" (il sigillo è apponibile alle sole fatture tra privati) e trasmesso al destinatario tramite il sistema di interscambio.
Il destinatario viene individuato a mezzo di un codice univoco (se si tratta di PA) oppure a mezzo di codice univoco o PEC, se si tratta di privati. I soggetti passivi che non si dotano di un codice o di una PEC sono comunque raggiunti dalla fattura che verrà recapitata nella loro area riservata dell'Agenzia delle Entrate. Tutto questo procedimento è gestito da software, gratuiti o a pagamento, di cui parleremo di seguito.
Continua Giandomenico con alcune osservazioni sulle critiche sollevate nei confronti di questo ulteriore "balzello":
"Molti si lamentano che questa nuova modalità di emissione e ricezione della fatturazione elettronica costituisca un ulteriore balzello e/o un costo posto a carico delle aziende e dei professionisti. Sul punto vale la pena di spendere due parole.
Da una parte deve evidenziarsi come l'Italia sia uno dei pochi paesi che ha esteso l'obbligo di fatturazione elettronica, che la direttiva europea aveva chiesto divenisse obbligatoria solo con i rapporto con la PA, anche nei rapporti tra le aziende ed i professionisti ed addirittura tra questi ed i privati. Da questo punto di vista perciò non può non rimproverarsi ai nostri governanti, che sempre parlano di semplificazione e trasparenza, di aver, se non complicato, sicuramente aggravato gli incombenti e le attività di gestione delle aziende in genere.
Se, infatti, dar seguito agli obblighi di fatturazione elettronica può non rappresentare un ulteriore costo a carico delle attività produttive, sicuramente costituisce un notevole aggravio in termini di tempi necessari alla redazione e compilazione della fattura.
Per quanto riguarda i costi, infatti, deve segnalarsi che l'Agenzia delle Entrate ha attivato un sistema di redazione, controllo, trasmissione e conservazione delle fatture elettroniche, sia attive che passive. Il sistema è totalmente gratuito ed accessibile sul portale della stessa AGE sotto la voce "Fatture e Corrispettivi"rinvenibile nell'area riservata di ciascun utente. Per accedere all'area riservata occorre fornirsi delle credenzialidi Fisconline (https://telematici.agenziaentrate.gov.it/Abilitazione/Fisconline.jsp)oppure di Entratel (https://telematici.agenziaentrate.gov.it/Main/index.jsp)
Per quanto riguarda l'aggravio di tempo deve sottolinearsi che l'elaborazione delle fatture, dal software dell'agenzia, presuppone la conoscenza, da parte degli operatori, di alcune normative e concetti fiscali. Il sistema non procede ad effettuare calcoli automaticamente. Occorre poi avere una certa dimestichezza con i sistemi informativi e la firmadigitale. La stessa conservazione gratuita non risulta automatizzata con la conseguenza che è necessario scaricare sempre tutti i file (sia quello della fattura sia quelli delle ricevuta di invio e di esito), per poi caricarle nell'apposita sezione dedicata alla conservazione digitale delle fatture.
L'alternativa è dotarsi di appositi software gestionali (questi purtroppo a pagamento) che facilitano tutti i processi.
Concludendo, si può costatare che la fatturazione elettronica applicata genericamente a tutti gli operatori economici, con le eccezioni sopra indicate, non può costituire quel rimedio contro l'evasione paventato dal legislatore a giustificazione di tale scelta operativa e l'esclusione dei regimi di vantaggio e forfettario dall'obbligo non fa che confermare l'inutilità ai fini dichiarati."
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