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La bozza del Decreto Fiscale prevede la diminuzione delle soglie di punibilità e l'inasprimento della pena per i reati tributari.
Il pacchetto dovrebbe contenere tra l'altro, anche l'estensione ai reati di evasione fiscale, della cosiddetta "confisca per sproporzione". È una misura oggi applicata ai reati di mafia, quando soggetti spesso nullatenenti risultano intestatari di enormi patrimoni. Anche per gli evasori ci sarebbe questo tipo di confisca, che porterebbe al sequestro dei beni posseduti non giustificati dai redditi dichiarati.
La soglia di punibilità per l'omesso versamento di ritenute dichiarate, passerebbe da 150 mila a 100 mila euro, mentre l'omesso versamento dell'Iva scenderebbe da 250 mila a 150 mila euro. Delle attenuanti, nella nuova riforma, sarebbero concesse a chi ammette gli illeciti, o che ha in corso procedure di regolarizzazione e per le imprese che avviano percorsi di concordato. In realtà, nella riforma del 2015, fu inserita una norma che permetteva di chiudere il procedimento penale se, prima dell'inizio del dibattimento, veniva saldato completamente il conto con il Fisco, versando oltre alle imposte evase tutte le sanzioni e gli interessi. Bisognerà capire se questa norma resterà in piedi.
Le nuove norme che prevedono il carcere per chi evade più di centomila euro non riguarderanno solo la dichiarazione fraudolenta. Le modifiche inserite nel collegato alla legge di bilancio riguardano infatti le soglie e le previsioni di pena per tutte le fattispecie di reati fiscali.
Considerato la stretta, in un momento in cui magari qualche piccolo imprenditore per pagare gli stipendi e i fornitori non riesce a versare le imposte si augura che le modifiche si applicheranno a partire dalle dichiarazioni dei redditi del 2020 come anno di imposta e non dichiarativo.
Per la dichiarazione fraudolenta attraverso fatture o altri documenti per operazioni inesistenti la soglia di rilevanza penale si riduce di un terzo rispetto ai centocinquantamila euro fissati nel 2015 e la pena sale dagli attuali 1 anno e sei mesi di minimo e 4 di massimo a un minimo di 4 anni e un massimo di 8.
Per la frode, l'aumento delle pene a 4-8 anni è previsto anche per la dichiarazione fraudolenta attraverso l'uso di documenti falsi o operazioni simulate. Per quella realizzata attraverso false fatture l'inasprimento scatterà oltre i centomila euro di "elementi passivi privi di fondamento".
Anche per la dichiarazione infedele la soglia di punibilità si abbassa a centomila euro di imposta evasa. In più torna a 2 milioni di euro, contro i 3 milioni attuali, l'ammontare delle attività sottratte ovvero passività fittizie imputate in dichiarazione per rischiare il carcere da 2 a cinque.
Chi invece abbia omesso di presentare la dichiarazione e contestualmente non abbia versato imposte oltre i centomila euro rischierà da 2 a sei anni.
Il reato per l'emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti prevede la pena da un minimo di 4 anni a un massimo di 8 solo in caso di emissione di documenti falsi di ammontare superiore ai centomila euro e sotto tale limite la pena va da un anno e sei mesi a sei anni.
Ancora più pesante il cambiamento che riguarda per chi occulta o distrugge documenti contabili per evasione o per non consentire accertamenti e/o ricostruzione dei fatti. Il carcere sarà dai 3 ai 7 anni mentre attualmente la pena va da un minino di un anno e mezzo a 6 anni.
Si prospettano tempi duri per gli Evasori, ma purtroppo alla fine ci andrà di mezzo il piccolo artigiano o commerciante, che pur volendo pagare le tasse non riesce, perché magari i clienti non lo pagano e le banche non concedono prestiti.
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