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E arriva il Natale!

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 Non solo i bambini, ma anche gli adulti facciamo previsioni su ciò che desideriamo trovare sotto l'"Albero".

Quest'anno il Natale arriva in un momento di grande confusione politica.

Il Paese è attualmente governato da "due governi" che quotidianamente tendono a manifestare, pubblicamente e nei "social", le divergenze, a volte anche profonde, su ciò che serve al Paese per trasformare, poi, le difficoltà oggettive in "meri incidenti di percorso".

Ogni mattina, una rapida lettura dei giornali o un rassegna stampa, puntualmente offerta dalla TV. ci provocano ansia cercando di capire quali sono le novità, che ci eravamo perse durante le varie trasmissioni televisive della sera prima.

E, soprattutto, quali sono i motivi dei nuovi litigi tra i due vice presidenti del governo, ministri e capi politici. Ma particolarmente tiriamo un sospiro di sollievo quando ci si informa che il famoso "contratto", stipulato tra M5stelle e Lega conteneva la soluzione per dirimere ogni e qualsiasi malinteso.

Vien voglia di dire: beati i bambini che, tra letterine spedite a "Babbo natale" e ammiccamenti dei nonni e dei genitori, vedranno realizzati i loro sogni.

Ma, la stessa cosa non possiamo dire dei giovani, degli adulti, delle classi meno abbienti, di chi ha, o non ha, un lavoro e aspetta un "reddito di cittadinanza", per sbarcare il lunario, o "una quota 100", per andare in pensione. 

 Il governo continua a sostenere che gli impegni presi durante la campagna elettorale saranno tutti onorati. Ma non "tutti" hanno capito bene come e con quali soldi.

Penso che a nessuno sia sfuggito il comportamento dei nostri "due leader" durante il via vai tra Roma e Bruxelles del povero Giuseppe Conte e cercare soluzioni affinchè si trovasse una soluzione senza incorrere nell'apertura di una procedura per sforamento del debito pubblico.

E quando Conte va in Parlamento a spiegare ciò che era riuscito ad ottenere, sia Salvini sia Di Maio hanno disertato la seduta.

Senza voler essere maliziosi: sicuramente avranno auto i loro buoni motivi!

Quante volte, in questi sei mesi abbiamo sentito pronunciare la parola "rivoluzione"! Magari accompagnata con l'aggettivo "epocale"!

Ma quanti diversi, sono questi politici che della confusione hanno fatto scelta di vita.

La storia ci insegna che alle competenze serve anche una visione del futuro, per governare. Una visione che ha rappresentato la base di rivoluzioni epocali? Quelle vere!

La storia è colma di uomini che hanno saputo sognare, facendo sognare le masse.

Pensiamo alle grandi rivoluzioni che hanno contraddistinto la storia mondiale degli ultimi tre secoli.

Il 4 luglio 1776 veniva approvata la Dichiarazione dell'Indipendenza degli Stati Uniti d'America. Una dichiarazione contro la grandissima potenza militare della Gran Bretagna, che aveva trasformato quel grande Paese in colonia. Una dichiarazione che contempla, all'art. 4, anche il diritto del cittadino alla felicità.

Che cosa era in quell'epoca se non il diritto al sogno? Un sogno che si tramutò, con sacrifici, sconfitte. E vittorie: reali!

 E in che cosa consiste il sogno francese, e poi europeo, allorché il 14 luglio 1789 inizia la Rivoluzione francese con la presa della Bastiglia per rompere i vincoli di sudditanza tra le classi sociali con l'abbattimento dello Stato feudale, iniziando quel percorso che ci porterà ai regimi democratici "perfetti", basati sulla uguaglianza, sulla solidarietà, sul suffragio universale, sul principio della rappresentatività e sulla garanzia delle libertà civili? Diversi da quelli "illiberali" che sogna l'ungherese Horban". O Salvini.

E chi non ricorda gli orari di lavoro ai tempi della Prima rivoluzione industriale? Dalle quindici alle diciotto ore giornalieri! Ci volle il manifesto di Marx ed Engels del 1849 per porre il problema e arrivare lentamente con battaglie, scontri, confronti a muso duro alle otto ore lavorative odierne. Non era un sogno anche questo?

Per non parlare degli anni bui dei totalitarismi, di destra e di sinistra, allorché tre grandi politici, l'italiano De Gasperi, il francese Schumann ed il tedesco Adenauer, pensavano e progettavano l'Unione Europea come un'Unione di Stati e di popoli, per prevenire nuovi odi e guerre. E ne siamo stati tenuti fuori, per oltre 70 anni: dalle guerre!

Una capacità di grandi visioni che conferma la necessità e la modernità di una nuova cultura politica.

Certo nell'ultimo ventennio, sia in Italia sia in molti Paesi Europei, il clima è cambiato. Ma non sarà mai il pressapochismo contemporaneo a risolvere i problemi che drammaticamente stiamo vivendo e tirarci fuori dal guado.

E l'aveva ipotizzato un uomo, che di queste cose se ne intendeva:

"Non può esserci elaborazione dei dirigenti dove manca l'attività teorica, dottrinaria dei partiti, dove non sono sistematicamente ricercate e studiate le ragioni della classe rappresentata.

Quindi scarsità di uomini di Stato, di governo, miseria della vita parlamentare.

Quindi, miseria della vita culturale e angustia meschina dell'alta cultura. Il giorno per giorno, con le sue faziosità e i suoi urti personalistici, invece della politica seria".

Antonio Gramsci (1891 – 1937).

 

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