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Conferenza Ordini Forensi

vienna

 Si è tenuta a Vienna la cinquantesima edizione della Conferenza dei presidenti degli Ordini forensi , occasione preziosa per mettere a confronto le esperienze delle avvocature europee e riflettere sul futuro della professione legale in chiave internazionale.

Durante il forum si sono incontrati rappresentanti eletti dalle organizzazioni degli avvocati per discutere e riflettere sulla professione forense all'insegna del cosiddetto ' principio informale'.

Per l'Italia è stata presente la consigliera del CNF e vicepresidente della Fondazione dell'avvocatura italiana Francesca Sorbi, la quale ha precisato che si è trattato di creare dei ponti tra le avvocature di tutti i Paesi europei, rivolgendo grande attenzione alla situazione dell'Europa dell'Est, area continentale considerata meno forte sotto il profilo organizzativo e più esposta ad attacchi che minano fortemente l'indipendenza dei difensori dei diritti. 

 Nella incantevole cornice del Palais Ferstel sono state ospitate più di quaranta delegazioni degli Ordini forensi europei. Le rappresentanze intervenute hanno dimostrato l'apertura sempre maggiore, agli scambi di esperienze in un contesto globalizzato e al tempo stesso attento alla peculiarità delle avvocature nazionali.

La Conferenza ha avuto inizio con l'intervento del presidente dell'Ordine forense austriaco che ha sottolineato le criticità dei legali e la necessità di trovare un equilibrio tra il rispetto delle regole dello Stato di diritto e la necessità di interventi per garantire la sicurezza dei cittadini, intesa in senso lato quale sicurezza fisica, dei territori e della salute.

Si è inoltre parlato durante le giornate di temi quali il contrasto attraverso nuove regole del terrorismo internazionale e del riciclaggio di capitali di provenienza dubbia o illecita, di intelligenza artificiale applicata al diritto e al sistema giudiziario, della sua intrusività nella privacy dei cittadini.

 Ovviamente d'obbligo la riflessione su quanto sta accadendo in Ucraina, anche in considerazione della partecipazione di Lydia Izovitova, presidente dell'Unba ( Ukrainian national bar association), la quale ha sottolineato le domande che, a livello europeo, i governanti si pongono e cioè fino a che punto la difesa dei valori e principi può consentire l'assunzione di decisioni relative ad interventi particolarmente invasivi nei confronti di uno Stato. La presidente Izovitova ha segnalato alcuni aspetti, particolarmente preoccupanti, della legge marziale introdotti di recente in Ucraina, con maggiore potere attribuito alle Procure ed una compressione della possibilità di difendersi. La detenzione cautelare, inoltre, è stata portata da due a nove giorni complessivi.

Infine, è stato sottolineato il principio che governa l'Unione europea, nata non da una norma, ma dal contratto e cioè da accordi negoziati tra gli Stati. Lo strumento utilizzato per regolamentare l'Ue è quello del trattato, che presuppone l'accordo. Le decisioni, pertanto, sono prese tutti insieme. Vi è, quindi, il rifiuto dello scontro per risolvere le controversie oltre ad una continua ricerca dell'accordo per ogni tematica da affrontare. E' quindi emerso il ripudio dello strumento bellico!

 

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