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Claudio Fava a Governo, "Infiltrazioni a Catania", e accuse a Bianco: film e atti parlamentari

Con una conferenza stampa tenuta l´11 marzo a Catania, il Vicepresidente della Commissione parlamentare antimafia Claudio Fava, ha reso noto di aver denunciato gravi situazioni a carico di alcuni Consiglieri comunali della città e di avere scritto, in proposito, una interrogazione (qui allegata) al ministro dell´interno, per chiedere la nomina di una commissione d´inchiesta.
“L´ho chiesto con un´interrogazione parlamentare scritta", sono state queste le parole di Fava nel corso della sua conferenza stampa. "La relazione della commissione antimafia all´Ars apre scenari inquietanti. C´è un dubbio da verificare e ci sono gli strumenti di legge per farlo. A tutela delle istituzioni cittadine e della decenza civile”.
Due sono i consiglieri comunali nel merino di Fava: il primo è un consigliere comunale di Forza Italia, Riccardo Pellegrino, l´altro, il presidente della sesta circoscrizione Lorenzo Leone: “Nessuno di questi due consiglieri non aveva diritto ad essere candidato, perchè queste vicende parentali si sono susseguite successivamente al periodo delle elezioni ma resta comunque il fatto oggettivo contenuto nella relazione".
Il vicepresidente dell´Antimafia si è soffermato però anche su altre circostanze. Tra queste, la condotta del prefetto Maria Guia Federico, e il tenore delle dichiarazioni rese di fronte alla Commissione dal sindaco Di Catania, Enzo Bianco.
Su questo ultimo aspetto, il parlamentare ha affermato: “Bianco ha scelto di mentire. E´ l’unico a ignorare a Catania che Mario Ciancio, con il quale parlava amabilmente di affari al telefono, era indagato per mafia. Ha risposto di non sapere che l´imprenditore più noto di Catania fosse indagato perché sospettato di essere la longa manus di Cosa nostra. Così ci ha detto. La sua risposta ci ha offeso. La sua menzogna era grossolana e il suo comportamento trasandato e puerile. Praticamente ci ha accusati di manifesta minchioneria (...). Siamo a Catania, qui negli ultimi anni è successo di tutto, sono venuti fuori i collegamenti tra mafia, imprenditoria, politica e non è pensabile che famiglie mafiose di questo rango possano sostanzialmente sedere in Consiglio comunale. Dal sindaco della città ci saremmo aspettati un ´passeranno sul mio corpo´ e invece ha prima balbettato e poi taciuto”.
Il 14 gennaio 2016 la Commissione antimafia aveva infatti audito il sindaco di Catania Enzo Bianco sulle vicende al centro di alcuni organi di stampa, e in particolare sui colloqui del 2013 tra l´amministratore e l´editore de "La Sicilia" Mario Ciancio, all´epoca indagato per concorso esterno in associazione mafiosa (vicenda processuale conclusasi il 21 dicembre 2015 con il proscioglimento del Ciancio in sede di udienza preliminare). Nel corso dell´audizione, di cui si riporta in allegato il resoconto completo tramite collegamento con l´Antimafia, Bianco si era soffermato sulla questione legata al PUA (Piano Urbanistico Attuativo) della variante di Catania Sud, oggetto di parte della conversazione dell’aprile 2013 tra Bianco, all’epoca in campagna elettorale per le Comunali, e Ciancio; sulla telefonata con Ciancio del 18 aprile 2013, il giorno prima il Consiglio Comunale aveva approvato il PUA; ma si era anche soffermato sulle possibili infiltrazioni mafiose nel consiglio comunale di Catania, oggetto di una relazione della Commissione antimafia della regione Sicilia, che aveva chiesto alla Commissione parlamentare di indagare sui rapporti tra alcuni consiglieri comunali (ed un Presidente di circoscrizione) con esponenti della criminalità organizzata al fine di raccogliere voti di preferenza.
Riguardo i consiglieri comunali sospettati di colludere, queste le parole di Bianco in Antimafia: "Io mi trovo in una condizione diversa dalla vostra, nel senso che non conosco la relazione della commissione antimafia. Non mi è stata fatta avere. Non ce l´ho. Non so assolutamente nulla. Pertanto, trovo francamente che sviluppare un dibattito attorno a una questione di cui non si conosce nulla non appartenga all´essenza della democrazia, perché ne possono andare di mezzo istituzioni e persone che sono malfattori, delinquenti e mafiosi, ma anche persone perbene, che hanno il diritto di non essere accomunate in un calderone in cui tutti alla fine poi finiscono con l´essere grigi. Sono io, quindi, onorevole presidente, che chiedo – mi permetterei di dire prego – codesta Commissione e, se mi consente, anche la magistratura inquirente, che ha responsabilità primarie in quest´ambito, forse prima ancora della Commissione antimafia, di fare massima e piena luce su questa vicenda. Noi abbiamo il diritto di sapere – se mi consentite soprattutto io, che sono sindaco di questa città – chi sono i consiglieri comunali e di quartiere che abbiamo di fronte quando prendono una posizione e perché l´assumono. Se i fatti hanno rilevanza penale o hanno anche semplicemente rilevanza morale, ho il diritto di saperlo. Chiedo, quindi, che la magistratura catanese e la Commissione antimafia abbiano la possibilità di fare il massimo dell´approfondimento su questa vicenda. Trovo che le modalità con cui si è proceduto sino a questo momento da parte della commissione regionale antimafia lascino un tantino perplessi. Qualche volta si parla di otto persone, qualche volta di due, qualche volta di due e di un terzo. Non si gioca così con i numeri. Questa opinione non è solo la mia, ma è stata espressa autorevolmente da parte della magistratura catanese, la quale ha detto chiaramente che su queste vicende c’è bisogno di procedere con professionalità e rigore. Spero che l´abbiano fatto, sono sicuro che l´abbiano fatto e proprio per questa ragione chiedo che sia fatta piena luce su questa vicenda. Quando sapremo esattamente di che cosa si tratta, sarò in grado di dire come intendiamo procedere, sia – ripeto ancora una volta – che ci siano fatti di natura penale, quindi reati, sia che ci siano anche semplicemente comportamenti moralmente discutibili. Queste le parole del Sindaco in Antimafia, dopo che lo stesso Claudio Fava, nel porgli alcune domande, aveva premesso: "Intendo anche riconoscere al sindaco Bianco in questi anni di avere rappresentato nella lotta alla mafia un punto di certezza e di riferimento. Non è di questo che stiamo discutendo oggi. Credo, però, che questa discussione andasse fatta a prescindere dalla posizione giudiziaria di Mario Ciancio per quella telefonata, per due ragioni...".
Invece, con la conferenza stampa del vicepresidente dell´Antimafia, il clima torna all´insegna dello scontro.
In ogni caso, a parte le critiche di Fava, la valutazione delle risposte fornite in Antimafia dal sindaco non era staa ritenuta soddisfacente, all´indomani della stessa, dalle opposizioni, e in particolare dal M5S: «Sono episodi forti e che hanno un certo peso. Sull´´intercettazione che vede protagonisti Bianco e Ciancio, tra l´altro, il primo cittadino etneo durante l´audizione a Palazzo San Macuto non ha saputo fornire risposte soddisfacenti alla commissione nazionale antimafia», aveva sottolineato ad esempio l´on. Nuti, parlamentare 5S dell´organo presieduto da Rosi Bindi (Pd), parlando, in particolare di atteggiamenti eccessivamente morbidi nei confronti di Bianco sia durante l´audizione di giovedì scorso, sia nella normale routine di Palazzo Chigi. "Qualcuno - aveva continuato il parlamentare - quel giorno commentò che ascoltare il sindaco di Catania, dopo il proscioglimento di Ciancio per concorso esterno in associazione mafiosa, era inutile".
La risposta del Sindaco a Claudio Fava non si è fatta attendere: "L´on. Fava ha purtroppo cancellato Catania dalla sua memoria. Non lo abbiamo avuto al nostro fianco nelle quotidiane battaglie per la legalità che da quasi tre anni portiamo avanti, per esempio nel settore della raccolta dei rifiuti, licenziando in tronco la dirigente comunale accusata di aver favorito una ditta, ma anche impedendo la realizzazione di Parcheggi come quello di viale Sanzio o la cementificazione della Scogliera di Catania, e in mille altre maniere, compresi i protocolli e i programmi contro la corruzione. Questi sono i fatti, autentici, concreti e verificabili. Poi ci sono le chiacchiere. A proposito di memoria l´on. Fava probabilmente non ricorda che fui io stesso a chiedere di essere ascoltato dalla Commissione parlamentare antimafia di cui lui fa parte. Scorda che chiesi in maniera chiara alla magistratura di accertare se vi fossero nelle segnalazioni dell´Antimafia regionale sul Consiglio comunale di Catania dei fatti non solo penalmente ma anche moralmente rilevanti. Ma se così non fosse, allora quello sollevato sarebbe soltanto un gigantesco polverone. E dispiace che, nel sollevarlo, si sia associata anche una persona come Claudio Fava".
Questo è quanto accaduto nelle ultime ore in una Catania disorientata, che ha bisogno di risposte convincenti da parte delle istituzioni, ed in particolare ha bisogno di sapere se tutti i suoi rappresentanti nelle istituzioni cittadine siano dalla parte dello Stato, indipendentemente dai fatti penali, in quanto, in questi ambiti, il giudizio morale si sovrappone, ed è ancora più importante, del primo.
In allegato:
-il video integrale della conferenza stampa di Claudio Fava;
-stralcio della stessa conferenza stampa;
-dichiarazioni del Sindaco di Catania all´Antimafia (pubblicate in questo sito).

 

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