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Istituito, presso l'ufficio legislativo del Ministero della Giustizia, l'Osservatorio permanente sulla funzionalità dei criteri redazionali e dei limiti dimensionali di cui al D.M. 110/2023.
Il Nuovo organismo, formato da quattrodici componenti scelti tra docenti universitari, avvocati e magistrati, avrà il compito di inviare al Ministero della Giustizia, con cadenza almeno biennale, una serie di informazioni che verranno poi utilizzate dal Ministero stesso per perfezionare il medesimo decreto.
A tal fine, il nuovo decreto prevede che, entro il 31 marzo di ciascun anno, la Direzione generale di Statistica ed analisi organizzativa e la Direzione generale per i servizi informativi automatizzati, inviino all'osservatorio i dati, suddivisi per ciascun distretto di corte d'appello, concernenti le dimensioni degli atti processuali, i provvedimenti sulle spese adottati ai sensi dell'articolo 46, comma 4, delle disposizioni per l'attuazione del codice di procedura civile ed, infine, i tempi di definizione dei procedimenti civili introdotti dopo il 1° settembre 2023 e la comparazione con quelli introdotti precedentemente.
I dati così forniti verranno analizzati dall'Osservatorio che, terminate le verifiche, elaborerà una relazione sull'efficienza delle misure che terrà conto sia delle criticità rilevate che delle eventuali buone prassi riscontrate presso i singoli uffici giudiziari.
La relazione conterrà poi una serie di proposte di modifica della normativa vigente suggerite proprio dall'analisi dei dati.
Mai, sino ad ora, nessuna riforma aveva condotto alla istituzione di osservatori deputati a verificarne gli effetti; soprattutto, mai è accaduto, in passato, che si rivolgesse un'attenzione particolare ad un singolo aspetto di una riforma, com'è, appunto, quello che ha imposto limiti dimensionali agli atti processuali.
Chissà che davvero l'efficienza del processo non dipenda da quanto si scrive. Staremo a vedere. Ce lo dirà l'Osservatorio.
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Paola Mastrantonio, avvocato; amante della libertà, della musica e dei libri. Pensiero autonomo è la mia parola d'ordine, indipendenza la sintesi del mio stile di vita. Laureata in giurisprudenza nel 1997, ho inizialmente intrapreso la strada dell'insegnamento, finché, nel 2003 ho deciso di iscrivermi all'albo degli avvocati. Mi occupo prevalentemente di diritto penale. Mi sono cimentata in numerose note a sentenza, pubblicate su riviste professionali e specializzate. In una sua poesia Neruda ha scritto che muore lentamente chi non rischia la certezza per l'incertezza per inseguire un sogno. Io sono pienamente d'accordo con lui.