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Carlo Verdone: "Insegnanti eroi, umiliati da precarietà e in retribuzioni, continuano a crederci"

"Gli insegnanti" - così nel rapporto Ocse che è stato pubblicato appena qualche giorno fa da questo portale, "sono la spina dorsale della Istruzione ma la professione interessa sempre meno i giovani studenti e la popolazione degli insegnanti sta invecchiando".
"Le retribuzioni degli insegnanti sono basse rispetto ad altri lavoratori a tempo pieno e con un livello analogo distruzione. Questo è il principale ostacolo per attirare i giovani verso l´insegnamento. Mentre le remunerazioni aumentano con il livello di insegnamento impartito, esse rappresentano ancora tra il 78 il 94% degli stipendi dei lavoratori a tempo pieno con un livello di istruzione analogo".
Uno studio a cui hanno fatto da pandant, le affermazioni di uno dei più noti intellettuali italiani, il regista ed attore Carlo Verdone, che in una recentissima intervista concessa nel corso della presentazione pubblica del libro Consigli di Classe – 10 buone idee per la scuola, scritto da Alessandro Buttitta, ha detto, riscuotendo l´apprezzamento dei presenti:
"La scuola soffre di questa instabilità nel perenne precariato degli insegnanti, nella confusione dei programmi e nella disillusione di molti studenti che potrebbero avere più opportunità ad aprire una pizzeria in Etiopia".
Ed ancora: "Io sono e sarò sempre dalla parte degli insegnanti, di questi eroi che hanno creduto e credono, giustamente, che essere insegnante sia la professione più bella del mondo. Allenare i giovani per il loro futuro è meraviglioso ed importante. Ma è un corpo continuamente umiliato nella sua precarietà e nella retribuzione economica. Non meritano da decenni questo trattamento. Rischiamo di demotivarli ancora di più".
"Passando in rassegna i miei compagni di classe, rifletto sul fatto che sono emersi prepotentemente nella vita professionale quelli che studiavano meno e avevano una condotta discutibile. Gli altri, che secondo me sarebbero diventati grandi personalità per i voti alti, sono rimasti opache figure. Con questo voglio dire che alla preparazione della scuola deve essere abbinata la voglia, l´ambizione di riuscire nella vita. Spesso questa ambizione esplode in chi meno te l´aspetti, in chi ha personalità affamata di emergere".
"Ho avuto professori severi e terrorizzanti che non mi hanno aiutato nell´amare e capire quella materia scientifica. Ne ho avuto altri che, al contrario, mi hanno fatto amare alcune materie. Materie che poi ho approfondito privatamente. Quando un insegnante ti porta ad amare la materia che sta insegnando, lui sta compiendo una grande, immensa missione. Ti sta educando al bello, alla grande cultura, alla curiosità in un´arte. Molto degli insegnanti che ho avuto – ci metto anche mio padre Mario – sono stati autentici sacerdoti del bello. A loro devo dire ancora oggi grazie per avermi fatto nascere delle passioni nel campo umanistico".

 

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