(ANSA)- AVELLINO, 20 OTT - Colpi di arma da fuoco sono stati esplosi la notte scorsa a Quindici, in provincia di Avellino, contro la villa bunker confiscata al clan camorristico dei Graziano e destinata a ospitare un maglificio, gestito dall´associazione antimafia Libera. Carabinieri e Polizia di Stato stanno effettuando rilievi sul posto, e dalle prime informazioni i colpi sono stati esplosi con un fucile e indirizzati al cancello di ferro esterno. L´intimidazione, che non ha causato danni, precede l´arrivo a Quindici di don Luigi Ciotti, il presidente nazionale di Libera che da anni si batte per favorire il riutilizzo dei beni confiscati ai clan. Il sacerdote domani pomeriggio, insieme al prefetto di Avellino, Carlo Sessa, inaugurerà il "Maglificio100Quindici Passi", destinato a produrre maglieria artigianale. La villa, appartenuta ai vertici del clan Graziano, è il primo bene confiscato alle mafie in provincia di Avellino. In vista della inaugurazione del laboratorio, per tutta la giornata di ieri gli uomini della Squadra Mobile della Questura di Avellino, insieme agli agenti del Commissariato di Lauro (Avellino) e al Nucleo prevenzione crimine della Campania, hanno svolto serrati controlli sul territorio del Vallo di Lauro, con posti di blocco e controlli di sorvegliati speciali, pregiudicati e presunti affiliati ai clan Cava e Graziano, che da decenni, nel contesto di una sanguinosa faida, si contendono il controllo delle attività criminali sul territorio. Lo scorso mese di settembre, altri colpi di arma da fuoco vennero indirizzati contro l´abitazione del sindaco di Quindici, Eduardo Rubinaccio, e alcuni giorni fa il suo ufficio nella sede comunale è stato preso di mira da ignoti che hanno riversato urina sul pavimento.
"Le mafie temono l´antimafia del fare. La villa confiscata al clan Graziano di Quindici da domani è destinata a ospitare un maglificio che darà lavoro pulito in terra di ricatto criminale e di impunità. E questo dà molto fastidio alla camorra che ha già minacciato e oggi è tornata a sparare. Senza capire che quel bene domani andrà restituito non solo a una cooperativa di Libera ma all´Italia intera che attorno a quei ragazzi oggi si stringe", afferma Claudio Fava, vicepresidente della Commissione Antimafia.
Fonte: Ansa legalità
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