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Basta con i test e i tagli alla scuola. Preside si dimette insieme al suo vice

di Caterina Belloni*
La moglie fa il preside, il marito è il suo vice. Hanno dedicato la vita alla scuola, ma adesso sono decisi ad andarsene. A dispetto del fatto che il loro istituto sia stato valutato come «ideale» dall´Ofsted, l´organismo che sovrintende al mondo dell´istruzione inglese, e nonostante la solidarietà dimostrata dalle famiglie dei loro allievi. A motivare una scelta di rottura di questo genere è la disillusione di Alex Foggo e di suo marito Peter, che si sentono ormai così in disaccordo con la linea assunta dalla politica educativa del Paese, che per loro «l´unica strada etica percorribile è rimasta quella di dimettersi».
Una scuola senza gioia...
Per spiegarlo hanno inviato una lettera circostanziata ai genitori degli iscritti alla scuola primaria Church of England di Longparish, nell´Hampshire, dove lavorano da oltre 22 anni. Nel documento, come riportato dal Guardian, viene criticata la modifica del curriculum scolastico, che secondo i Foggo si è focalizzato su lettura, scrittura e matematica, lasciando da parte le altre materie, con lo scopo di ottenere risultati migliori nei test. Che sono, in base alla valutazione dei due docenti, una ragione di stress, perché mettono i bambini alla prova a sette e undici anni creando uno stato di ansia, che nulla ha a che vedere con la gioia e il benessere che a parer loro dovrebbe essere inculcato a livello di scuola primaria. «Avevamo cominciato la professione di insegnanti per instillare nei piccoli la creatività, l´entusiasmo per il sapere e la meraviglia – hanno scritto i due responsabili di istituto - , ma proprio queste cose sono state cancellate, lasciando meramente il riferimento a dati concreti e fatti. E la conseguenza che notiamo è l´aumento dello stress e dei problemi psicologici per i nostri allievi».
... e senza soldi
Il secondo grave problema riscontrato dai Foggo è il taglio dei fondi alla scuola. «Congelare i fondi, che in realtà significa tagliarli, ha lasciato i capi d´istituto di fronte a scelte spesso impossibili da assumere: quali componenti del corpo insegnante licenziare; quali materie tagliare; a quali dei bambini identificati con bisogni speciali tagliare i fondi che servono per potenziare le ore di sostegno e studio? Siamo convinti che non siano scelte, che vanno nell´interesse dello sviluppo educativo dei bambini e che certo non vadano assunte in un paese ricco come la Gran Bretagna». Anche l´idea di Theresa May di potenziare le Grammar School non è piaciuta ai due coniugi, che giudicano questi istituti selettivi come un errore a livello sociale ed educativo, anche perché mettono in competizione i bambini di dieci e undici anni come se fossero «dei topi in gara». «In questo modo gli alunni vengono spinti a stressarsi tra esami, punteggi e classifiche ed etichettati, e invitati ad etichettare gli altri, se non passano un esame o un test. Un sistema di istruzione di cui davvero non vogliamo fare parte».
Solidarietà dei genitori
La lettera dei due capi d´istituto ha suscitato reazioni ambivalenti nei genitori. Da una parte si sono sentiti amareggiati per la grave perdita, dall´altra solidali di fronte alle ragioni della decisione. Che peraltro non è isolata. Molti insegnanti di scuola elementare e superiore hanno deciso di abbandonare il loro incarico e rivolgersi ad altri settori perché professionalmente insoddisfatti. Anche se la decisione della coppia dell´Hampshire appare ancora più dirompente. E destinata a scatenare polemiche, ma anche riflessioni.
* pubblicato su Corriere della Sera.it 7 maggio 2017

 

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