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Barriere architettoniche, due scuole su tre non sono a norma ma lo Stato risparmia sui disabili

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 La legge di Bilancio prevede tagli per oltre 4 miliardi di euro nel triennio, a partire dal 2020, e nessuna assunzione nel 2019, ad eccezione di 2mila posti per il tempo pieno alla primaria, 400 nei licei musicali e 290 educatori. Le inevitabili polemiche riguardano soprattutto il sostegno, che subirà una sforbiciata da un miliardo. Le risorse per il sostegno ai disabili, infatti, scompariranno negli anni successivi al 2019. Si passerebbe, in sostanza, dai 3 miliardi e 489 milioni del 2019 a 2 miliardi 457 milioni del 2021. Se non verranno recuperate queste risorse si rischia di ledere il diritto all'istruzione di 80mila alunni disabili. Uno su quattro. Tutto ciò mentre si analizzano i dati dell'indagine Istat appena pubblicata, relativa all'inclusione scolastica, dalla quale emerge una situazione impietosa. Soltanto il 32% delle scuole risulta accessibile dal punto di vista delle barriere fisiche: più critica la situazione del Mezzogiorno dove il 26% di scuole è a norma. Il quadro peggiora se si considera la presenza di barriere senso-percettive che ostacolano gli spostamenti delle persone con limitazioni sensoriali: la percentuale di scuole accessibili scende al 18%, anche in questo caso la quota più bassa si registra nelle regioni del Mezzogiorno (13%). Questi risultati dell'indagine che, a partire dall'anno scolastico 2017/2018, ha esteso il campo di osservazione anche alla scuola dell'infanzia e alla scuola secondaria di secondo grado, fornendo un quadro informativo ampio, in termini di risorse per l'inclusione, su tutte le scuole del territorio italiano. Si tratta complessivamente di 56.690 scuole, frequentate da 272.167 alunni con sostegno, di cui quelli che frequentano le scuole primarie e secondarie di primo grado sono poco più di 165 mila. Dall'indagine risulta che una scuola su quattro è carente di postazioni informatiche adattate alle esigenze degli alunni con sostegno.

Contrariamente a quanto previsto per un percorso didattico inclusivo, la collocazione delle postazioni informatiche in classe risulta poco frequente (43% delle scuole). Gli insegnanti per il sostegno sono circa 156 mila (dato Miur), con un rapporto di 1,5 alunni per insegnante. Il 36% degli insegnanti per il sostegno viene selezionato dalle liste curriculari poiché la graduatoria degli insegnanti specializzati per il sostegno non è sufficiente a soddisfare la domanda. Gli alunni osservati fruiscono in media di 14 ore settimanali di sostegno. Circa il 5% delle famiglie di alunni con sostegno ha presentato negli anni un ricorso al Tar per ottenere l'aumento delle ore. Nel Mezzogiorno la percentuale di ricorsi è doppia rispetto a quella del Nord (rispettivamente 6% e 3%). La continuità del rapporto tra docente per il sostegno e alunno non risulta ancora garantita: il 41% degli alunni ha cambiato insegnante rispetto all'anno precedente mentre il 12% lo ha cambiato nel corso dell'anno scolastico. 

 Gli alunni con sostegno partecipano raramente alle gite d'istruzione con pernottamento (24% nella scuola primaria e 40% nella scuola secondaria di primo grado) prevalentemente a causa della presenza della disabilità. In sostanza, dunque, i tagli alla scuola colpiranno tutti quei bambini disabili, con disturbi dell'apprendimento o bisogni educativi speciali che già attualmente hanno difficoltà ad essere seguiti da particolari figure dedicate o che hanno bisogno di determinati progetti per l'integrazione scolastica. Una legge di bilancio frutto di una politica che non crede nei docenti, nella scuola, nella conoscenza e nella cultura. La spesa italiana per istruzione è pari al 3,9% del Pil, quasi un punto percentuale in meno rispetto alla media Ue (4,7%), e gli indicatori suggeriscono che andrebbe considerevolmente aumentata e non ridotta: siamo ultimi in Europa, davanti solo a Grecia e Romania, per percentuale di popolazione che completa il percorso di studi. L'Italia non può esimersi dall'investire sulla conoscenza e sul sostegno a chi è in difficoltà, non è solamente una questione di crescita economica bensì di civiltà.

 Maria Di Benedetto , insegnante e vicaria presso l'Istituto Comprensivo Portella della Ginestra di Vittoria

 

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