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Avvocatura, la rivolta anticassa parte da Napoli: «Illegittima la contribuzione previdenziale slegata dal reddito»

Protesta degli Avvocati napoletani contro l´ attuale regime della Cassa forense.
L´approvazione, da parte dei Colleghi del foro partenopeo, di due mozioni, la prima proposta dal locale Coa, la seconda dall´associazione Nuova Avvocatura Democratica, è diventata un caso nazionale, in quanto per la prima volta, a grande maggioranza, un grande Foro contesta in maniera radicale uno dei punti nevralgici della politica di Cassa Forense, la contribuzione parzialmente autonoma rispetto al reddito prodotto.

Messo pertanto in discussione un principio che attiene alla equità e giustizia della contribuzione, in un momento in cui, come segnalato da numerosi indagini anche interne all´avvocatura, e come rilanciato sui grandi giornali, essa è nella morsa di una crisi profondissima, mentre decine di migliaia di iscritti, compresi molti avvocati avanti negli anni, stanno silenziosamente lasciando i propri studi e la Toga.

Proponiamo di seguito la nota diffusa da Ansa sull´assemblea del Foro di Napoli, e, a seguire, il servizio di Luca Marconi, pubblicato sul Corriere della sera del 5 luglio 2017.

L´ assemblea straordinaria degli iscritti, convocata per esprimere valutazioni sulla permanenza all´ interno dell´ordinamento di una contribuzione previdenziale minima in misura slegata dal reddito degli avvocati, ha approvato due mozioni. La prima, dell´ Ordine degli Avvocati di Napoli, riafferma la necessità di una modifica del sistema previdenziale, che possa prevedere contributi minimi proporzionali al reddito, e conferisce mandato a due professionisti che, esaminati i bilancia della Cassa forense, individuino soluzioni tecniche adeguate e studino interventi immediati a tutela degli avvocati con redditi più bassi.

Approvata anche la mozione assembleare di "Nuova avvocatura democratica", che chiede l´abolizione dei minimi contributivi previdenziali slegati da reddito nonché la contribuzione previdenziale stabilita in misura proporzionale e progressiva rispetto al reddito degli avvocati italiani.

La nota di Ansa
Tra i tanti giovani professionisti che si dicono «costretti a cancellarsi dagli albi a causa dei contributi previdenziali» qualche avvocato partenopeo invece preferisce proporre ricorso all´autorità giudiziaria contro la Cassa di Previdenza e Assistenza Forense: «La contribuzione previdenziale slegata dal reddito è illegittima» ha ribadito l´assemblea straordinaria degli iscritti "4 luglio" tenutasi ieri nel palazzo di giustizia. Nell´occasione ripetono gli avvocati del Foro di Napoli che «occorre collegare l´obbligo della contribuzione al reddito, viceversa si crea una nuova sacca di povertà nella professione forense».

Il servizio del Corriere
«Non è possibile fingere di non vedere la violazione di diritti costituzionalmente garantiti» dice in particolare l´avvocato Argia di Donato, presidente dell´associazione Nomos Movimento Forense, che ha impugnato davanti al giudice del lavoro la cartella di pagamento emessa da Equitalia Sud Spa per conto di Cassa Forense. «Non è una battaglia personale – ha aggiunto – ma riguarda l´intera categoria con un particolare riferimento alle migliaia di giovani avvocati dinanzi ai quali oggi c´è solo la cancellazione dall´Albo. Abbiamo chiesto che la magistratura si pronunci sulla questione e sarebbe utile che tutti i colleghi proponessero ricorso».
L´avvocato Alfonso Emiliano Buonaiuto, procuratore della Di Donato, nell´occasione ha rilevato la «palese contraddizione tra le asserzioni di Cassa Forense sulla legittimità del proprio operato in sede di giudizio e le dichiarazioni pubbliche rese dal presidente di Cassa Forense sulla irragionevolezza e "ingiustizia" della normativa, sarebbe dunque il caso di rivedere e correggere il ruolo della Cassa Forense estendendo il concetto di solidarietà ai più deboli».
Scritto da Luca Marconi, 5 luglio 2017

 

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