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Avvocatura in lutto. Carlo Federico Grosso, uno tra i penalisti italiani più noti, è deceduto stamattina a Torino, all'età di 81 anni. Lo ha comunicato il figlio Enrico. Il decesso è collegabile alla patologia - fibrosi polmonare - di cui era affetto il.penalista e vicepresidente emerito del Csm. Figlio d'arte - il padre, Giuseppe Grosso, era un noto studioso di diritto romano, Carlo Federico Grosso si è laureato nel 1959 con una tesi di diritto penale per poi intraprendere la carriera di docente universitario negli atenei di Urbino, Genova e poi a Torino dove ha retto la cattedra di diritto penale dal 1974 al 2007 e di cui è stato nominato professore emerito.
Risultato vincitore del concorso a cattedra in diritto penale nel 1965, a partire dal 1º febbraio 1966 è stato chiamato come professore straordinario di diritto penale nella Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Urbino. Dal 1º novembre 1969 ha ricoperto, in qualità di professore ordinario, la cattedra di diritto penale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Genova. Dal 1º novembre 1974 è stato chiamato a fare parte della Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Torino, della quale è stato componente come professore ordinario fino al 2007, anno in cui ha fatto domanda di pensionamento, continuando tuttavia a insegnare la sua disciplina a contratto annuale. Nel 2009 è stato nominato, su indicazione della Facoltà, professore emerito.
È padre del costituzionalista Enrico Grosso, anche lui professore presso l'Università degli Studi di Torino.
Eletto al consiglio comunale di Torino come indipendente nelle liste del PCI, è stato vicesindaco del capoluogo piemontese anni ottanta, consigliere comunale dal 1980 al 1990 e poi, dal 1990, vicepresidente del Consiglio regionale del Piemonte. Nel 1994 è stato eletto dal Parlamento della Repubblica Italiana in seduta comune componente del Consiglio Superiore della Magistratura, organo di cui nel 1996 è stato eletto vicepresidente, ricoprendo tale carica fino alla scadenza naturale del mandato, nel 1998. In seguito è tornato a occuparsi delle sue normali attività di professore universitario e di avvocato.
Ha presieduto, negli anni 1998-2001, una commissione ministeriale per la riforma del codice penale nominata dall'allora Ministro della giustizia Giovanni Maria Flick; tale commissione ha successivamente proseguito i propri lavori con i ministri Oliviero Diliberto e Piero Fassino. Dopo un'ampia discussione pubblica con studiosi di diritto penale, avvocati e magistrati, che si è articolata in numerosi convegni e incontri, nel 2001 ha consegnato al ministero il testo degli articoli della parte generale del codice, corredato da un'ampia relazione illustrativa. Nel 1998, su nomina dell'allora Ministro per i beni culturalicon delega allo sport Walter Veltroni, ha presieduto una commissione amministrativa di indagine in materia di doping.
È stato inoltre editorialista giudiziario del quotidiano La Stampa, socio corrispondente dell'Accademia delle Scienze di Torino e socio effettivo dell'Accademia Teatina delle Scienze. È stato insignito dal Presidente della repubblica Oscar Luigi Scalfarodell'onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana. È componente del comitato scientifico di importanti riviste penalistiche italiane, come Rivista italiana di diritto e procedura penale e Cassazione penale.
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