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Appello del CNF per liberare gli avvocati detenuti in Turchia

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Con un deliberato del Consiglio Nazionale Forense del 21 aprile scorso il massimo organismo dell'Avvocatura Italiana è stato lanciato un appello al Presidente del Consiglio Conte e al Ministro degli Esteri Di Maio affinché si intervenga per via diplomatica presso il governo di Ankara, per richiedere l'immediata liberazione degli avvocati e dei prigionieri politici turchi, che si trovano ancora ingiustamente detenuti

Come si ricorderà all'indomani del fallito tentato golpe avvenuto in Turchia il 15 luglio del 2016, il governo Erdogran , ha dichiarato lo stato di emergenza e ha adottato una serie di provvedimenti assai limitativi dello stato di diritto e dei diritti umani.

Centinaia di giornalisti, di insegnanti e docenti universitari e di avvocati furono tratti in arresto.

Agli avvocati veniva contestato di fatto " l'essere avvocati" in quanto il governo turco non ha tollerato che gli avvocati potessero difendere liberi cittadini e membri delle organizzazioni che si sono opposti alla svolta autoritaria. 

 Anche all'indomani della revoca dello stato di emergenza avvenuto nel luglio 2018, è continuata la persecuzione nei confronti degli avvocati con arresti, processi iniqui e condanne con pene severe. Secondo l'ultimo rapporto, curato dal Consiglio Nazionale Forense con l'associazione Arrested Lawyers , a partire dal luglio 2016 sono stati 1546 gli avvocati perseguiti; circa 600 gli avvocati arrestati di cui 274 avvocati sono stati condannati a lunghe pene detentive per un totale complessivo di 2145 anni di prigione .

Nell'autunno del 2019 una rappresentanza dell'Avvocatura italiana ha partecipato, su delega del C. N. F, insieme ad un gruppo di altri 14 avvocati provenienti da 7 Paesi europei, ad una missione conoscitiva che si è svolta ad Istanbul. Lo scopo della missione è stato di acquisire informazioni sui fatti e circostanze che hanno portato a processo il 20 marzo 2019 18 avvocati turchi appartenenti all'associazione ÇHD, Çagdas Hukukçular Dernegi (Progressive Lawyers Association) ancora detenuti, accertare le loro condizioni detentive e verificare le gravi violazioni dei principi della parità tra accusa e difesa e del giusto processo sanciti dalle convenzioni internazionali. 

 E' emerso che gli avvocati sono stati condannati perché ingiustamente accusati

di avere svolto le medesime attività contestate ai loro assistiti e con la celebrazione di processi assai discutibili perché in violazione delle più elementari garanzie di difesa per gli imputati. Le sentenze di primo grado sono state tutte confermate in appello dalla Corte regionale di Istanbul senza che ci sia stato un dibattimento pubblico.

A desso con l'appello rivolto al Presidente del Consiglio Conte e al Ministro degli Esteri Di Maio il CNF ha voluto riaccendere i fari su questa drammatica situazione che stanno vivendo tanti avvocati nelle prigioni turche. La loro condizione tra l'altro si è aggravata a seguito della loro  esclusione degli effetti dell'amnistia che il governo turco ha emanato per contenere il contagio del covid-19 all'interno delle carceri.

Con questa iniziativa il CNF che già nel gennaio scorso aveva proclamato il 2020 come " l'anno dell'avvocato in pericolo nel mondo", ha voluto " esprimere la preoccupazione dell'avvocatura italiana per lo stato di salute dei detenuti turchi che, da settimane, sono in sciopero della fame e rifiutano di assumere gli integratori necessari al mantenimento delle funzioni vitali fino a quando le autorità turche non libereranno tutti gli avvocati reclusi"

 

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