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Anno Giudiziario a Roma, pg della corte d´Appello: "A Roma mafie storiche e nuovi gruppi. Risanare la macchina amministrativa"

A Roma e nel Lazio ci sono "le mafie storiche" e "nuove forme di criminalità organizzata", fermo restando che non esiste "una struttura dominante, che agisce in posizione ´monopolistica´, anche grazie al raggiungimento di compromessi tra organizzazioni". L´analisi, contenuta nella relazione sull´anno giudiziario nel distretto, è del Procuratore Generale della Corte di Appello di Roma Giovanni Salvi. Non solo mafie ma anche allarme sulla macchina amministrativa capitolina: "Risanarla è una priorità".

"Anche nel nostro territorio - ha messo in evidenza Salvi - operano organizzazioni di tipo mafioso che costituiscono una variabile molto importante delle dinamiche criminali che vi si registrano, anche se la ´questione mafià a Roma non è certamente esaustiva di tutta la ´questione criminale´, nè può dirsi che la mafia ´dominì Roma. Essa continua ad apparire piuttosto come una realtà estremamente variegata, che riflette la complessità del territorio capitolino".

La macchina amministrativa. "Risanare la macchina amministrativa è una priorità, al fine di costituire le condizioni di una corretta competizione elettorale e di porre le basi che rendano per il futuro sempre più difficile il condizionamento illecito della città". E´ un passaggio della relazione del procuratore generale Giovanni Salvi. "L´impegno risanatore - aggiunge il magistrato - si presenta però come di più ampio spessore. Una dirigenza di alta caratura professionale è in realtà necessaria anche come presidio della legalità. Vicende recenti confermano quelle valutazioni e le rendono ancora più pressanti, per la nuova dirigenza politica di Roma".

Infiltrazione del Mondo di mezzo "Le indagini scaturite da ´Mondo di mezzò (dal quale si è arrivati poi a ´Mafia Capitale, ndr) hanno portato ad acclarare il peso dell´organizzazione criminale nell´includere o escludere soggetti graditi o sgraditi in posizioni significative dell´amministrazione comunale", ha sottolineato Salvi. "Se nella Giunta Alemanno - ha aggiunto - questa infiltrazione è stata pervasiva e strutturale, attingendo anche i vertici politici, nella successiva amministrazione comunale il peso della rete di relazioni costruita dal sodalizio ha continuato a farsi sentire nella struttura buroctratica".

"Caso Regeni, no a verità di comodo".

"In un caso particolarmente delicato, come l´omicidio di Giulio Regeni (il 28enne ricercatore friulano scomparso al Cairo il 25 gennaio 2016 e trovato morto il 3 febbraio, ndr)" la Procura di Roma ha operato "con rigore e intelligenza, consapevole della complessa situazione internazionale in cui l´indagine si inserisce". Lo ha voluto rimarcare il Procuratore Generale della Corte d´appello di Roma, Giovanni Salvi nella sua relazione sull´amministrazione giudiziaria. Nella vicenda Regeni, la Procura capitolina, "che ha ben affrontato le nuove responsabilità che le derivano dall´accentramento nella capitale della competenza per i delitti commessi all´estero in danno di cittadini italiani", ha saputo "ottenere significativi passi avanti nella cooperazione con l´Egitto, rifiutando verità di comodo, ben consapevole della complessa situazione internazionale in cui l´indagine si inserisce".
Per il Pg Salvi "questo approccio professionale e l´apertura alla cooperazione da parte delle autorità egiziane lasciano ben sperare per l´esito di verità cui tutti aspiriamo, nella certezza della determinazione comune delle istituzioni del Paese".

"Non più porto delle nebbie". "Da molti anni Roma non è più il porto delle nebbie, come venne battezzata in un periodo oscuro della nostra storia", ha detto il presidente della Corte d´appello della Capitale, Luciano Panzani, nella sua relazione all´apertura dell´anno giudiziario. Per l´alto magistrato la Capitale "deve diventare il luogo in cui l´amministrazione della giustizia rappresenta una risorsa e non un problema. Ad oggi sono 47mila procedimenti penali pendenti, di cui 22.500 prescritti o condannati alla prescrizione"


Fonte: La Repubblica

 

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