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E' accaduto in una scuola napoletana ove una docente di italiano è stata colpita in faccia da un pugno da un suo studente di 13 anni.
L'aggressione è costata all'insegnante una contusione allo zigomo e un edema alla retina.
La docente con 36 anni di esperienza dietro la cattedra, non ha nascosto il trauma subito anche perché il gesto è stato improvviso e inaspettato.
Durante una pausa, difatti , si accorgeva del fatto che lo studente stava colpendo un compagno con pugni ripetuti ed interveniva per separarli.
Dopo l'intervento il 13 enne si avvicinava alla docente, convinta che il ragazzo volesse scusarsi, invece quest'ultimo le sferrava un colpo in faccia.
Nonostante il dolore e lo shock, la docente chiamava allora i carabinieri e veniva accompagnata al pronto soccorso .
Ci si è interrogati sul carattere e la vita di questo di questo ragazzo che, fino a quel momento non aveva mostrato segni di aggressività e che a quanto emerso trascorre gran parte del suo tempo libero giocando a videogiochi on line.
A questo punto, la scuola decide di sospendere il ragazzo per 15 giorni, motivando la decisione con la scelta non di punire il ragazzo ma, piuttosto, di stimolare il senso di responsabilità e consapevolezza dell'alunno, affinché possa correggere i suoi comportamenti.
Il ragazzo dovrà infatti anche seguire un percorso di sostegno psicologico.
Pertanto, i provvedimenti adottati puntano proprio alla riabilitazione del minore ed alla sua tutela, pur non essendo questi provvedimenti definitivi, ben potendo la scuola svolgere l'audizione del 13 enne e della sua famiglia.
La scuola ha poi pensato di far svolgere un percorso di sostegno psicologicoall'intera classe da attivare con l'Ordine degli Psicologi della Campania al fine di svolgere anche una campagna di sensibilizzazione all'uso consapevole dei social, dei videogiochi e delle nuove tecnologie.
Difatti, tra le ipotesi che pare possano aver portato il giovane al gesto violento, quello dell'uso prolungato di un videogioco particolarmente violento.
Ma è davvero così? Possono i videogiochi favorire in chi li usa abitualmente comportamenti e atteggiamenti aggressivi?
Si tratta di una preoccupazione che da sempre divide gli esperti ed alla quale non è assolutamente facile rispondere tanto che esistono due vere e proprie fazioni: chi è a favore dell'ipotesi che i videogiochi violenti incrementino atteggiamenti e comportamenti aggressivi e chi sostiene che le prove a favore di questa tesi non sono abbastanza consistenti.
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Mi chiamo Elsa Sapienza, ho studiato legge e sono diventata avvocato nel 2008.
Da sempre appassionata del diritto di famiglia, ho compreso negli anni che non mi bastava occuparmi di studiare, interpretare ed applicare norme giuridiche, ma, nutrivo un sincero interesse verso la cura delle relazioni tra le persone. Così mi sono avvicinata sempre di più al mondo delle mediazione ed ho approfondito sempre di più le mie conoscenze in tale settore, divenendo prima mediatore familiare, poi mediatore civile e commerciale, penale e scolastico.
Ho fondato l’Associazione Logos Famiglia e Minori, oggi EOS, acronimo di educazione – orientamento – sostegno, affascinata dalla prospettiva di lavorare in sinergia con altri professionisti, offrendo un servizio a 360° alle persone bisognose di un valido supporto ed offrendo loro uno spazio – luogo dove sentirsi accolte e ascoltate attraverso un approccio multidisciplinare.
Sono avvocato specialista in diritto delle persone, delle relazioni familiari e dei minorenni, tutore e curatore speciale dei minori.
Ho frequentato il Master in Situazioni di Affido e Adozione, settore di cui mi occupo da molti anni anche grazie alle esperienze maturate all’interno del mondo dell’associazionismo. Amo fare passeggiate nei boschi soprattutto d’estate, il mare della mia splendida città e viaggiare!