Violenza sessuale su madre, Cassazione: minore legittimato a costituirsi parte civile

Lo ha stabilito la III Sezione Penale della Suprema Corte di Cassazione con Sentenza n. 45403 depositata il 27/10/2016.

Il ricorso innanzi la Suprema Corte, proposto dal tutore della minore, persona offesa costituita parte civile, è stato ritenuto ammissibile dalla Suprema Corte, stante la piena legittimazione della minore per effetto della circostanza aggravante di cui sopra, che consente di ritenerla persona offesa.

Tale disposizione, introdotta dall´art. 1, c. 1 del D.L. n. 93/2013, è infatti ispirata dall´intento del legislatore di attribuire valenza giuridica alla cosiddetta violenza assistita, intesa, ha spiegato la Cassazione, come il complesso di ricadute di varia natura, anche psicologica e comportamentale, prodottesi sul minore per il fatto di essere stato spettatore della consumazione di particolari reati, in particolare di quelli dei quali è stata vittima la madre.

Si tratta, ha aggiunto la Sezione, di una disposizione diretta a contrastare la violenza tra le mura domestiche e, più in generale, i reati contro l´incolumità e la libertà personale.

Ciò determina una "estensione della tutela penale", con la conseguenza che il minore che a tali episodi abbia assistito non può negarsi la qualità di persona offesa e la conseguente legittimazione.

Il minore può quindi costituirsi parte civile nel procedimento penale contro l´autore della violenza sessuale perpetrata contro la propria madre, e dunque anche a proporre ricorso contro la decisione di proscioglimento dell´imputato.

Da qui l´accoglimento del ricorso con la conseguente cassazione della Sentenza impugnata.

Si allega Sentenza