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Una nuova pace fiscale all’orizzonte

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Il dibattito all'interno del Governo, che sta animando la politica delle ultime due settimane, fa intravedere la volontà di riaprire l'ennesima finestra di pace fiscale. Ebbene si: non abbiamo ancora concluso la fase relativa alla rottamazione quater che già si "annusa" un intervento legislativo teso a facilitare l'esdebitazione dei contribuenti italioti.

In particolare, il Governo fa riferimento al meccanismo del saldo e stralcio per permettere a tutti coloro che hanno debiti fino a 30.000 euro di mettersi in regola con il Fisco. Per comprenderne il meccanismo basta guardare al passato, senza neanche andare troppo lontano: il primo Governo Conte infatti, che vedeva sempre Salvini come vicepremier, lo ha introdotto con la Legge di Bilancio 2019.

Diversi Governi dopo e con una tregua fiscale approvata nell'ultima Legge di bilancio ancora ai nastri di partenza, il Governo ha riacceso i riflettori sul saldo e stralcio. Più nel dettaglio ha fatto riferimento alla possibilità di pagare una parte dei debiti col Fisco e di cancellare il resto relativamente ai cittadini che hanno presentato la dichiarazione dei redditi e non sono riusciti a pagare tutto quello che dovevano: in sostanza, chi ha un debito fino a 30 mila euro che si trascina da anni può chiuderlo pagandone una parte.

Si tratta quindi, di un meccanismo diverso dalla rottamazione che permette viceversa ai contribuenti di estinguere i debiti iscritti a ruolo eliminando interessi e sanzioni, ma pagando tutto il dovuto. Nell'ultime versione prevista, il saldo e stralcio era dedicato esclusivamente alle persone fisiche in grave e comprovata difficoltà economica componenti di famiglie con un ISEE non superiore a 20.000 euro e la possibilità di ridurre l'importo dovuto era limitata ad alcune tipologie di debiti affidati all'Agente della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2017.

Questa volta l'idea del Governo sembra puntare su una logica diversa; un limite di accesso in base al valore del debito e non al reddito della persona che dovrebbe corrispondere le somme al Fisco. In termini pratici, in questo modo, una persona con una buona disponibilità economica e un debito non superiore a 30.000 euro avrebbe accesso comunque alla possibilità di pagarne una parte e azzerare il resto.

Ovviamente, per ora, non si esce dal campo delle ipotesi, e le priorità per il Governo, in questi giorni di luglio sono altre: arrivare compatti ad approvare la riforma fiscale prima della pausa estiva del Parlamento, così come promesso più volte; ma dopo questo appuntamento prepariamoci ad un autunno caldo sul tema pace fiscale e sulle modalità attuative.

Meditate contribuenti, meditate. 

 

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