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Tribunali o della solitudine: sparirono i corpi e rimasero le ombre

Una riflessione di Giuseppe Caravita. Un giorno, o forse una notte, nel quale tutto può succedere, anche che il più grande Tribunale italiano si traformi in un deserto con un convitato di pietra, il diritto.

Lungo il corridoio si aprono delle porte. Le stanze dentro sono vuote, e sulle porte delle stanze si affacciano loro, i giudici. Guardano a destra, guardano a sinistra. Non c´è nessuno. Niente più calca vociante di persone ammucchiate contro le porte. Niente fascicoli accatastati l´uno sull´altro. Niente discussioni, e nemmeno gente che chiama ad alta voce le cause. Niente di niente. Improvvisamente gli avvocati sono spariti. Non ci sono più. Almeno su quel piano, di avvocati nemmeno l´ombra.
Un piccolo gruppo di magistrati si riunisce per discutere, raggiunti rapidamente dai Cancellieri. Anche gli altri piani sono desolatamente vuoti. Qualcuno dice: "Ultimamente avevo notato un poco di nervosismo, ma da qui a non presentarsi più in Tribunale, mi sembra un pò esagerato..."
Squilla un telefonino, e un Giudice alto e allampanato risponde velocemente: "Si Collega, no Collega...E già, anche qui non c´è nessuno,,," e coprendo il telefono con una mano bisbiglia agli altri giudici: "E´ Milano, deserto anche lì..." Squillano uno dopo l´altro tre, quattro, cinque telefonini "E´ Firenze, tutto vuoto" "Napoli, nessuno..."
"Ma le parti, non ci sono neanche le parti, non è possibile" Osserva qualcuno.
Qualcun altro suggerisce di uscire fuori dal Palazzo di Giustizia per andare a vedere cosa sta succedendo, se per caso la solita folla oceanica che entra negli uffici non sia bloccata per qualche misterioso motivo.
Nulla. Fuori del palazzo non c´è nulla di anomalo, gente che va, gente che viene, un cane senza guinzaglio e senza padrone passa trotterellando di sbieco, con la lingua penzoloni.
"Andiamo a fare 309, cancellazioni, estinzioni, condanne ex articolo 96" propone il Giudice alto e allampanato.
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Ma senza nessuno che ti guarda mentre eserciti il tuo potere non è la stessa cosa. E´ come essere padri, o madri, e strillare con dei figli che non ci sono, che sono proprio andati da un´altra parte. Non c´è gusto, non c´è sugo.
Neanche una manata sul tavolo, oggi, per rimproverare tutti quegli avvocati che si accalcano. Neanche un giovane avvocato da mettere in imbarazzo con un pò di sano sarcasmo. Neanche un anziano avvocato da mettere in riga. E´ che non c´è più rispetto per le istituzioni...eh, ma si era capito che qualcosa non andava quando è cominciata questa storia delle copie di cortesia che non volevano depositare...
E intanto a ogni fruscio, l´occhio si alza rapidamente sperando di vedere la porta aprirsi per fare entrare due avvocati pronti a discutere la loro causa.
Niente, Solo il silenzio, e lo stormire delle foglie.
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Articolo 806, I comma, del Codice di Procedura Civile : "le parti possono far decidere da arbitri le controversie tra di loro insorte che non abbiano per oggetto diritti indisponibili, salvo espresso divieto di legge."
L´arbitro, persona diversa dal giudice statale e scelta dalle parti in accordo tra di loro, definisce la controversia tra loro insorta.
Fuori dai Tribunali...

 

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