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Tavolo intercettazioni, Cnf: "Informazione libera e dignità persona per noi sono sacre"

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 «Il punto di partenza fondamentale, su cui è convenuto anche il Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti con il presidente Carlo Verna, è rappresentato dalla sacralità del diritto di informazione e dalla sacralità della tutela, sempre e in ogni caso, della dignità della persona che non deve mai essere sacrificata». E' quanto ha affermato oggi il presidente del Consiglio nazionale forense, Andrea Mascherin, nel corso del tavolo sulle intercettazioni convocato dal ministero della Giustizia.

«Il diritto di cronaca - ha proseguito Mascherin - non deve però toccare soggetti e avvenimenti che non sono parte del procedimento penale, né fatti in ogni caso irrilevanti. Il diritto alla difesa è per il CNF una necessità assoluta e per questo ribadiamo ancora una volta l'esigenza di rendere davvero effettivo il divieto di intercettazioni nei colloqui tra avvocato e assistito: l'ascolto in questi casi deve essere immediatamente interrotto dall'operatore e il materiale subito distrutto. E' notizia di questi giorni la grave violazione dei colloqui tra l'avvocato Francesco Mazza e il suo cliente riportata dal quotidiano Il Dubbio».

 «Il Consiglio nazionale forense chiede inoltre - ha continuato il presidente del CNF - che all'avvocato difensore possa essere garantito l'accesso all'archivio riservato presso il pubblico ministero tramite semplice richiesta al pm e che la selezione delle intercettazioni avvenga in una udienza con la presenza della difesa e non semplicemente attraverso atti scritti. E' inoltre necessario che l'avvocato possa esaminare, ai fini dell'udienza, le intercettazioni con tempi e modalità utili poiché al momento i tempi previsti sono, per certi casi, assolutamente insufficienti».

«Per quanto riguarda il tema relativo ai captatori informatici come il Trojan, - ha concluso il presidente Mascherin - siamo dell'idea che sia di assoluta invasività e con il progresso della tecnologia può diventarlo sempre di più. E' dunque sconsigliabile estenderne l'utilizzo. Anzi è necessario che qualsiasi strumento di intercettazione sia autorizzato solo in presenza di un consistente numero di gravi indizi e che non ne sia permesso l'uso, come accade oggi, per la ricerca a strascico di eventuali reati».

- Ufficio stampa Cnf -

 

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