Se questo sito ti piace, puoi dircelo così
E' stato presentato il 30 luglio 2018 da Antigone, l'Associazione " per i diritti e le garanzie del sistema penale" il XIV Rapporto sulle condizioni dalle Carceri in Italia.
Dal Rapporto emergono due dati che meritano essere segnalati:
-il numero degli ingressi in carcere è diminuito, infatti nei primi mesi del 2018 sono stati 24.380 mentre nel primo semestre del 2017 erano stati 25.144. Da ciò si evince che l'attività criminale nel 2018 non è stata in aumento – come del resto sottolineano le statistiche sui reati commessi – ma continuano a salire i detenuti, anche se di poco, aumentati di circa 700 unità negli ultimi 5 mesi. Al 30 giugno 2018 erano 58.759, 8.127 in più rispetto alla capienza regolamentare.
-la detenzione degli stranieri in Italia è diminuita di oltre 2 negli ultimi 10 anni. Non c'è quindi un'emergenza stranieri e non c'è un'emergenza sicurezza connessa agli stranieri.
Dal Rapporto emerge inoltre che il tasso della detenzione di stranieri riferito al numero di stranieri residenti in Italia è enormemente diminuito : nel 2008 il tasso era dello 0,71% mentre al 30 giugno del 2018 il tasso è diminuito allo 0,33. La diminuzione dei detenuti nelle carceri italiane rispetto al 2008 sono diminuiti anche in termini assoluti.
Secondo gli esperti di Antigone la diminuzione dei detenuti stranieri nelle nostre carceri si spiega dato spiegabile con il c.d. patto di inclusione. Infatti avviare processi di regolarizzazione degli stranieri e integrarli nella società riduce di molto i tassi di criminalità. In soli 5 anni ad esempio (da quando i cittadini rumeni sono diventati cittadini comunitari) la popolazione carceraria rumena è diminuita di oltre 1.000 unità, mentre la loro presenza in Italia è andata crescendo.
I detenuti di origine straniera rappresentano il 33,8 per cento dell' intera popolazione negli istituti di pena; quelli extra europei sono 13.490, cioè il 22,9 per cento. Attualmente in Italia sono 28.621 i detenuti in misura alternativa (16.554 in affidamento in prova al servizio sociale, 11.159 in detenzione domiciliare, 908 in semilibertà). Ma secondo Antigone potrebbero essere 50.000 se non si chiudesse la porta del carcere agli oltre 20.000 che potrebbero averne diritto avendo pene residue inferiore ai tre anni.
Gli esperti di Antigone, dopo aver effettuato una ricerca in quattro istituti di pena rappresentativi di diverse parti del territorio italiano, intervistando un campione di 74 avvocati hanno riscontrato la mancanza di una adeguata difesa nel 57% dei casi presi in esame. Nei casi presi in esame 57 detenuti stranieri arrestati non hanno ricevuto la cosiddetta "letter of rights", che andrebbe consegnata a chiunque venga privato della libertà per informarlo in forma chiara e semplice dei propri diritti.
In 21 casi su cento dei casi analizzati, il primo colloquio con il proprio difensore è avvenuto nei primi 10 minuti prima dell'udienza; nel 16 per cento dei casi è stata rilevata la mancanza della necessaria riservatezza, infatti i colloqui avvengono spesso nei corridoi dei tribunali e alla presenza degli agenti di scorta.
Nel 25 per cento dei casi riguardanti le direttissime gli avvocati hanno avuto meno di cinque minuti per consultare il fascicolo. Nel 62,5 per cento hanno ritenuto il tempo insufficiente per preparare una difesa adeguata.
Per saperne di più:
Antigone, associazione "per i diritti e le garanzie nel sistema penale", è nata alla fine degli anni ottanta nel solco della omonima rivista contro l'emergenza promossa, tra gli altri, da Massimo Cacciari, Stefano Rodotà e Rossana Rossanda. E' un'associazione politico-culturale a cui aderiscono prevalentemente magistrati, operatori penitenziari, studiosi, parlamentari, insegnanti e cittadini che a diverso titolo si interessano di giustizia penale.http://www.associazioneantigone.it
Si allega copia del Rapporto redatto da Antigone relativo alla presenza in carcere degli stranieri.
Tutti gli articoli pubblicati in questo portale possono essere riprodotti, in tutto o in parte, solo a condizione che sia indicata la fonte e sia, in ogni caso, riprodotto il link dell'articolo.
L´Avv. Giovanni Di Martino, coordinatore dello Studio insieme all´Avv. Pietro Gurrieri, nel 1986 ha conseguito la laurea in Giurisprudenza presso l´Università degli Studi di Catania. Da oltre 25 anni esercita la professione di avvocato con studio in Niscemi (CL) ed è iscritto all´Albo degli avvocati del Consiglio dell´Ordine di Gela oltre che in quello speciale dei Cassazionisti e in quello delle altre Giurisdizioni Superiori.
Ha ricoperto la carica di amministratore del Comune di Niscemi (CL) e quella di Vice Presidente Nazionale della Associazione "Avviso Pubblico Enti Locali e Regioni per la formazione civile contro le mafie" (2007-2013),
Nel corso della sua carriera professionale ha assunto il patrocinio in favore di numerosi soggetti privati ed enti pubblici sia in sede giudiziaria ed extragiudiziaria, in diverse materie di diritto civile.