Lo stipendio? Niente più contanti, dal primo giorno del mese di luglio si potrà pagare solo con bonifico bancario o in posta. La disciplina, che si applicherà ai datori di lavoro e committenti privati di provvedere al pagamento delle retribuzioni con modalità e forme che escludano l´uso del contante è stata introdotta dal comma 910 della legge 205/2017 che disciplina le modalità di pagamento della retribuzione (nonché ogni anticipo di essa) spettante ai lavoratori da parte dei datori di lavoro e dei committenti.
La norma è stata introdotta con un emendamento del Pd alla Manovra con prima firmataria Titti Di Salvo, che è stato approvato prima alla commissione Lavoro della Camera e poi da quella Bilancio.
"Anche questo emendamento nasce da una proposta di legge che ho presentato nel 2013 e che è stata recentemente approvata alla Camera - aveva scritto il vicepresidente del Gruppo Pd alla Camera su Facebook -. I datori di lavoro o committenti non possono corrispondere la retribuzione per mezzo di denaro contante direttamente al lavoratore, qualunque sia la tipologia di lavoro instaurato. Le retribuzioni dovranno essere corrisposte via bonifico, strumenti di pagamento elettronico, pagamenti in contanti presso sportello bancario, emissione di un assegno, pena una sanzione di 5mila euro".
L´obiettivo è di rendere tracciabili le retribuzioni, evitando il cosiddetto fenomeno delle ´false buste paga´. Casi in cui alcune aziende danno stipendi inferiori a quelli previsti dai contratti collettivi e, sotto la minaccia del licenziamento, pretendono la firma del lavoratore. Per questo un altro passaggio dell´emendamento prevede che quest´ultima "non costituisca prova dell´avvenuto pagamento della retribuzione".
Accade spesso, infatti, secondo l´onorevole Di Salvo, "che l´importo della busta non corrisponda poi a quando effettivamente dato al lavoratore in contanti. Gli emendamenti passano ora al vaglio della commissione Bilancio".
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