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Diffamò un giornalista, la scure della Corte d'appello di Milano su Sgarbi: appello respinto, sanzione quadruplicata

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24 mila euro e le spese. È il "costo" che sopporterà Vittorio Sgarbi, il noto critico d'arte, per i suoi insulti  al giornalista Sebastiano Grasso, che si è sentito offeso dagli sms di Sgarbi eclo ha condotto avanti il giudice. Così, la Corte d'appello civile di Milano, Walter Saresella presidente, ha riformato solo parzialmente - quadruplicando la "pena" - la pronuncia di primo grado, respingendo per il resto le domande contenute nell'appello di Sgarbi. e aumentando di molto però l'entità dell'ammenda. 

 Il critico d'arte si era rivolto a Grasso, responsabile delle pagine dell'arte del Corriere della Sera, nel 2011. Secondo la ricostruzione de  La Repubblica", contrariato da un articolo sul quotidiano milanese che criticava il Padiglione Italia della Biennale di Venezia da lui curata, Sgarbi prima aveva attaccato l'autore del pezzo tramite alcuni sms con parolacce e offese e poi in un articolo su Il Giornale aveva usato nei confronti del recensore considerazioni da lui ritenute diffamatorie. In un primo momento l'articolista aveva soprasseduto ai messaggini sul telefonino. Ma quando Sgarbi aveva scritto, fra l'altro, su 'Il Giornale' che Grasso aveva reso la pagina dell'arte "una riserva di favori e dispetti" ha adito le vie legali.

 

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