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Scuole aperte d´estate, salta tutto. Dalle Scuole il "no" al progetto. Ira di Renzi, Fedeli: "Rimane nostra priorità"

Dalle esperienze condotte da alcune Scuole localizzate in quattro contesti metropolitani - quelli di Milano, Napoli, Roma e Palermo - che dalla estate scorsa avevano aderito al progetto "Scuola al Centro" ricevendo quasi 6 milioni di euro dal MIUR e dando vita, per l´intera estate, ad iniziative interdisciplinari ed integrative di contenuto fortemente inclusivo, ad una estensione progressiva di questa esperienza che avrebbe dovuto applicarsi, fin dai messi in corso, a tutto il paese, con il progetto delle scuole "aperte d´estate".
Una dotazione finanziaria consistent issima, messa a disposizione dal Ministero, di Ben 187 milioni di euro di fondi PON, un bando diretto a suddividere queste risorse tra tutte le Scuole disponibili che possedessero i requisiti necessari.
Ma di tutto questo non se ne farà nulla, almeno questa estate, nella migliore delle ipotesi il progetto è da intendersi rinviato al prossimo anno.
Ormai la decisione è ufficiale, ed è di quelle che segna, se non il tracollo definitivo di un progetto tra i più contestati degli ultimi anni, almeno il suo ridimensionamento. Dal MIUR, secondo le indiscrezioni riferite in un articolo apparso ieri su Repubblica.it, a firma di Antonella De Gregorio, la causa dello stop sembra tutta addebitabile ai soliti problemi burocratici che spesso, nel nostro Paese, segnano la fine di progetti, importanti o meno. Una selezione che era stata avviata ma che poi si era bruscamente inceppata a causa anche di concomitanze (come «assecondare le richieste di proroghe provenute dalle zone colpite dal terremoto») e necessità di istruttorie e suoi supplementi («e per consentire un attento esame delle moltissime richieste pervenute»).
Ma, probabilmente, c´è anche dell´altro, altrimenti sarebbero inspiegabili le parole pronunciate dall´ex presidente del Consiglio ed attuale segretario del Pd, Matteo Renzi, in occasione della presentazione a Napoli del suo libro, "Avanti": «Un clamoroso errore, una cosa che mi fa rabbia».
Dietro questo fallimento, i fatti, nudi e crudi, riferiti nell´articolo: "Solo in questi giorni sono state definite le graduatorie delle scuole, con l´indicazione dei progetti approvati e dei relativi importi. E con la raccomandazione - viste le difficoltà e lo slittamento dei tempi - di far partire le attività a settembre. Così, 4.633 scuole (su ottomila in totale) sono state ammesse a utilizzare i fondi per progetti di potenziamento delle competenze di base, di educazione motoria, sport, teatro, musica, innovazione digitale, educazione ambientale e percorsi di legalità. Ma non potranno farlo quest´estate".
La verità, però, è che il progetto, per quello che segnatamente riguardava l´apertura in estate, è stato respinto al mittente proprio dalle istituzioni scolastiche che avrebbero dovuto esserne, indirettamente, le beneficiarie. Qui, si ha l´impressione che i numeri ballino per cercare di nascondere l´implosione. Se il progetto generale è stato condiviso da una scuola su due, la sua appendice dedicata alle "scuole aperte d´estate", è stata fatta propria e proposta da una scuola su dieci tra quelle che avevano aderito al progetto, e cioè da circa 400 scuole su un totale di 8000.
«Sono il 10 per cento delle scuole finanziate quelle che hanno presentato progetti che prevedono aperture durante il periodo estivo - fanno sapere dal ministero Repubblica.it - più di 4mila hanno chiesto soltanto ore aggiuntive durante l´anno». In tutto, quindi, "oltre 1 milione di ore in più, distribuite in 33.530 moduli didattici, da dedicare ad attività sportive (quasi un terzo delle ore totali) e per gli altri corsi, dalla musica al teatro, all´alfabetizzazione digitale. In sostanza, però, la partenza è rinviata al nuovo anno scolastico per quasi tutti".
Lo stop non frustra però i piani del Ministero. "La ministra Fedeli assicura che tenere aperte le scuole oltre l´orario scolastico, assecondare bisogni di famiglie che chiedono un aiuto di qualità alle istituzioni scolastiche sia una delle priorità del suo ministero" scrive La Repubblica. In ogni caso, i soldi ci sono.
"La dote di fondi strutturali europei da destinare a «una scuola aperta, inclusiva e innovativa» è complessivamente di 830milioni di euro, con alcuni bandi ancora aperti e programmi che verranno annunciati in autunno. intanto, sul totale dei fondi erogati, oltre 74 milioni andranno alle scuole delle Regioni più sviluppate, dove si è registrato un tasso di adesione all´avviso di circa il 37%. Altri 9,5 milioni andranno agli istituti delle Regioni in transizione (adesione al bando, 41%); 102,9 milioni andranno alle Regioni meno sviluppate (che hanno registrato adesioni oltre l´81%). Sono ammessi al finanziamento anche 221 scuole di aree colpite dal sisma: 47 in Abruzzo, 6 nel Lazio, 84 nelle Marche e altre 84 in Umbria. La Campania è la Regione con il maggior numero di scuole ammesse ai finanziamenti: oltre 860, per un totale di più di 35 milioni di euro assegnati. Seguono la Sicilia (692 scuole e 28 milioni di euro; la Puglia (569 scuole, 23 milioni di euro) e la Lombardia (380 scuole a cui andranno in totale 15 milioni di euro). Tra le città metropolitane è Napoli (451 scuole) quella col maggior numero di istituti ammessi al finanziamento; seguono Bari (172), Palermo (163) e Catania (150)".

 

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