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Scuola, altri problemi per bonus card docenti: "Pochi fornitori, rimborsi col contagocce"

Scuola, Il Miur non paga i fornitori e i docenti sono da mesi in difficoltà a spendere i 500 euro. Dopo il servizio di Striscia la notizia, qualcosa sta cominciando a muoversi. Ecco cosa sta accadendo e gli interventi del Miur
di Alex Corlazzoli*
Il Miur non paga i fornitori e docenti in difficoltà a spendere i 500 euro, la Consap corre ai ripari versando 18 milioni. "Lunedì - assicurano i vertici - saranno emessi altri quattro milioni e da questo momento il sistema dovrebbe andare a regime". Il ministero: "Le prossime erogazioni avverranno con cadenza regolare".
La carta del docente non ha pace. A due mesi dall´avvio della piattaforma del ministero dell´Istruzione che permette a maestri e professori di spendere 500 euro per la propria formazione comprando un libro, un personal computer, facendo un corso di aggiornamento o andando al cinema e a teatro, regna ancora il caos.
Se da una parte molti docenti potranno andare tra qualche giorno a vedersi "Cinquanta sfumature di grigio", visto che non c´è alcun controllo sui buoni emessi dal borsino elettronico, dall´altro canto ad oggi non è possibile fare l´abbonamento ad un quotidiano ma solo acquistare la singola copia del giornale in un´edicola o in un esercizio commerciale.
Non solo. Oltre alla difficoltà iniziale per accreditarsi alla piattaforma dovuta alla laboriosa richiesta delle credenziali Spid ora molti professori non riescono a spendere i soldi a causa dell´offerta limitata di fornitori ed enti di formazione sulla piattaforma. E´ il caso di Ticketone.it il più noto circuito di vendita online di biglietti per eventi di musica, spettacolo, sport e cultura. Al ministero risulta presente in piattaforma ma è lo stesso Giorgio Lauretta, amministratore delegato di Ticketone.it, a smentire il Miur: "Stiamo sviluppando l´interfaccia ma non siamo ancora pronti. Credo che lo saremo per fine mese".
Intanto anche i fornitori, ovvero gli esercenti che si sono registrati alla piattaforma per offrire il servizio, hanno denunciato il ritardo dei pagamenti. La complessa macchina della carta docente, infatti, funziona in questo modo: l´insegnante si reca in un esercizio commerciale che ha aderito all´iniziativa e paga il prodotto attraverso un buono. E´ l´esercente che chiede poi il rimborso allo Stato. A gestire il pagamento è la Consap, la Spa concessionaria di servizi assicurativi pubblici, interamente partecipata dal ministero dell´Economia e delle Finanze.
In questi mesi molti negozianti hanno inoltrato la "fattura" elettronica per ottenere il rimborso della merce acquistata ma non hanno ottenuto nulla. Una situazione che dopo il servizio di "Striscia la notizia" dei giorni scorsi, è stata sbloccata. Giovedì la Consap ha ricevuto dal ministero il 10% dell´intero importo stanziato per la Carta del docente e ha predisposto una prima tranche di pagamenti per 14 milioni di euro. "Lunedì – assicurano i vertici della Consap – saranno emessi altri quattro milioni e da questo momento il sistema dovrebbe andare a regime assicurando i pagamenti a 100 giorni".
Una situazione che lo stesso ministero ammette: "Al momento del servizio di "Striscia la notizia" la procedura di accredito fondi era già in corso tanto che la Consap ha offerto rassicurazioni agli esercenti. La prima erogazione di risorse ha registrato solo qualche giorno di ritardo, dovuto al fatto che dovevano essere perfezionate, mediante registrazione della Corte dei Conti e dell´Ufficio centrale di bilancio, le convenzioni a monte stipulate dal Miur con Consap. Le prossime erogazioni avverranno con cadenza regolare e senza problemi".
In viale Trastevere sarebbero al lavoro anche per risolvere il problema degli abbonamenti ai quotidiani.
Intanto alcuni fornitori, in particolare i più piccoli, non essendo ancora entrati nel sistema della fatturazione elettronica hanno difficoltà ad aderire alla piattaforma. Un avvio per nulla semplice per esercenti e docenti. E´ il caso di una maestra della scuola dell´infanzia toscana che ci ha segnalato la difficoltà ad abbonarsi alla rivista d´arte per bambini "Dada" e a partecipare ai corsi d´aggiornamento promossi da "Artebambini". Alcuni enti di formazione avrebbero dovuto registrarsi a seguito di una mail mai arrivata dal Miur. Sulla Carta del docente anche molti musei sono rimasti al palo: a novembre ilfattoquotidiano.it aveva sollevato il caso attraverso un´indagine che aveva messo in luce come molte strutture non fossero pronte ad aderire ed altre ancora non avessero alcuna intenzione di entrare nella piattaforma. Arrivati a febbraio qualcosa si è mosso ma la strada da fare è ancora tanta.
*pubblicato su Il Fatto Quotidiano 5.2.2017

 

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