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Schettino, nessuna attenuante, Cassazione: "Sapeva che a bordo c´erano ancora passeggeri, causò sofferenze indicibili"

Al comandante di Costa Concordia Francesco Schettino non può riconoscersi alcuna attenuante. Ciò, non solo per le dimensioni del disastro, ben 32 morti e 193 persone feriti, ma anche per i gravissimi danni che la sua condotta ha causato all´ambiente.

Queste, in sintesi estrema, le ragioni che hanno portato la Suprema Corte di Cassazione a confermare la sentenza resa dalla Corte d´Appello di Firenze il 12 maggio scorso.

Secondo la Corte, che ieri sera ha depositato le motivazioni, Schettino non osservò "il livello di diligenza, prudenza e perizia oggettivamente dovuto ed esigibile", così causando il naufragio ed aggravandone la portata.

C´era, ha affermato la Cassazione, la sua precisa "consapevolezza che a bordo vi erano ancora persone presenti", ma tale certezza non gli ha comunque impedito di allontanarsi dalla cabina di pilotaggio omettendo perfino di portare "con sé una radio con cui comunicare con l´equipaggio".

Così facendo, ha rilevato ancora la Cassazione, il comandante Francesco Schettino ha rinunciato ad "esercitare i suoi doveri di coordinamento delle operazioni".

Egli avrebbe dovuto dare l´allarme alcune ore prima ed il suo ritardo, "ha assunto un evidente rilievo causale" nelle dimensioni del disastro.

Per non parlare poi del saluto al Giglio, una "manovra spericolata", "tenendo una rotta e una velocità del tutto inadeguate per finalità essenzialmente legate al ´saluto´ ravvicinato al Giglio, che egli si proponeva di effettuare".

Comprensione del collegio per le vittime, "costrette a vivere esperienze assolutamente drammatiche, sconvolgenti, inenarrabili", biasimo per i "gravissimi danni causati all´ambiente in un tratto di mare di eccezionale pregio". Ragioni, insieme a quelle rilevate, che impediscono appunto la concessione di attenuanti, a nulla rilevando lo stato di incensuratezza del comandante di Costa Concordia.

Ugualmente, la Corte ha respinto la richiesta della aggravante della colpa cosciente per il reato di omicidio e lesioni colpose plurime avanzata dal procuratore generale di Firenze. Ciò in quanto, secondo il Supremo Collegio ai fini della irrogazione della aggravante in questione non è sufficiente la semplice prevedibilità dell´evento ma la sua chiara previsione.


 

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