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Rito sommario, nulla cambia, emendamenti ritirati, vincono avvocati e Anm

Sarebbero stati ritirati alcuni minuti fa gli emendamenti destinati ad introdurre il rito sommario nel processo di cognizione.
A darne notizia, con un post sulla propria bacheca Facebook, Maurizio Buccarella, avvocato e capigruppo del m5s al Senato, secondo cui "i presentatori dei due emendamenti alla legge di bilancio che avrebbero introdotto come rito ´normale´ quello sommario per tutte le cause di competenza del giudice monocratico civile, hanno ritirato o hanno annunciato di voler ritirare gli emendamenti de quibus"
Dopo la sollevazione delle associazioni di magistrati e avvocati, il pericolo - prosegue il parlamentare - sembra scampato" .
In particolare - è lo stesso parlamentare a rilevare con un aggiornamento delle 20:05 - "l´emendamento 101.0.34 a prima firma Viceconte è stato ritirato".
Ritirato anche dal gruppo parlamentare della Lega l´emendamento analogo della Sen. Comaroli.
La conferma è comunque ufficiale ed arriva direttamente dal Parlamento (clic qui https://www.senato.it/3511?shadow_organo=1170005 )
Le proposte di introduzione del rito sommario in via ordinaria erano state veicolate attraverso emendamenti alla manovra, appoggiati sia dal governo sia dal ministero della giustizia, alla cui stregua il "rito ordinario di cognizione" sarebbe rimasto in campo solo per le vicende più delicate. Per tutto il resto, il giudice sarebbe stato chiamato a decidere con la "cognizione sommaria".
Dura l´opposizione di Anm: «La riforma in cantiere non elimina e neanche favorisce l´efficienza del processo perché non opera sull´arretrato esistente. Le regole del processo non sono inutile orpello ma il modo con cui le parti concorrono, con ordine, alla decisione del giudice». Ciò «rischia di generare prassi applicative diversificate con sicure ricadute negative in termini di garanzia dei diritti dei cittadini, di conflittualità tra le parti ed aumento delle controversie interpretative, le quali andrebbero a ripercuotersi sulle Corti d´Appello, già in affanno». In questo senso «la via da percorrere è quella, di recente intrapresa, dopo anni di stallo, di operare sulle risorse. L´efficienza del processo civile, infatti, non può essere assicurata da continui interventi sul rito, a costo zero, ma solo attraverso l´impiego di risorse adeguate per garantire l´operatività dell´ufficio per il processo in tutti i Tribunali, una seria revisione delle piante organiche, non solo degli uffici giudicanti, ma anche del personale di cancelleria, e delle circoscrizioni giudiziarie».
Avv. Giovanni Di Martino

 

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