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"Il problema della prescrizione è prima di tutto di organizzazione degli uffici giudiziari". Lo ha affermato il presidente dell'Anac, Raffaele Cantone, intervistato da Il Fatto Quotidiano rispondendo al quesito se fosse d'accordo con la riforma, proposta dal ministro della giustizia Alfonso Bonafede, relativa al blocco del corso della prescrizione dopo la conclusione del primo grado del giudizio penale. Una risposta, da parte di Cantone, secca ed eloquente: "Non sono d'accordo".
"Il principio della ragionevole durata del processo cozza con l'idea che questo possa non avere più limiti di tempo dopo una sentenza di primo grado. Se il problema della prescrizione è prima di tutto organizzativo, una norma del genere non rende più efficienti gli uffici giudiziari, ma anzi tranquillizza, perché non c'è più alcuna urgenza di chiudere il processo".
Rifiuto assoluto, da parte del presidente dell'anticorruzione, di considerare come utile al sistema giustizia e al paese la riforma del meccanismo della prescrizione, ma valutazione positiva riguardo altri provvedimenti annunciati dal governo, come l'aumento delle pene per gli evasori fiscali: "Nel nostro Paese l'evasione deve essere considerata una cosa grave. L'evasore fiscale è un ladro di risorse pubbliche e come tale va trattato. Chi evade un milione di euro deve essere trattato come chi ha fatto un furto da un milione di euro".
Il Presidente dell'Anac, riguardo i finanziamenti a partiti e fondazioni nel ddl anticorruzione, ha detto: "la trasparenza va mantenuta. Fondazioni e associazioni devono essere trattate come i partiti politici. E un soggetto pubblico straniero che fa una donazione a un partito tramite una fondazione interferisce con la politica di uno Stato".
Insomma, abolire il finanziamento pubblico ai partiti "è stato un errore. C'erano stati abusi inaccettabili ma bisognava intervenire sugli abusi, con controlli in entrata e in uscita sui bilanci dei partiti. Si sarebbe potuto salvare un importante meccanismo democratico".
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