Le dichiarazioni del Ministro Bonafede (e pure di qualche collega) mi fanno capire come sia diffusa l'idea che la prescrizione incida, in qualche modo, sulla "velocità" dei processi e che la riforma / abrogazione sia necessaria per punire i "soliti furbetti".
Bisogna, allora, fare chiarezza.
Il congelamento della prescrizione dopo la sentenza di primo grado:
1. Non colpisce "i furbetti" né gli #azzeccagarbugli al loro servizio, atteso che i rinvii dovuti ad istanze della difesa comportano la sospensione del corso della prescrizione, di modo che non ci sono difensori che allungano i processi per "salvare" i propri assistiti.
2. Non favorisce le persone offese costituite parte civile, che dovranno attendere più a lungo la definizione del processo prima di iniziare le azioni per la quantificazione del danno
3. Non ha alcun peso per quelle persone offese che esercitino le azioni risarcitorie in autonoma in sede civile
La dichiarazione di prescrizione del reato in appello, per altro, non danneggia la parte civile costituita, atteso che in quel caso restano ferme le statuizioni civili della sentenza di primo grado.
Quello che serve a questo paese è una strada per rendere più celere l'amministrazione della giustizia, che di certo non passa per l'ennesima riforma della prescrizione.
Sono due, infatti, i motivi per i quali c'è un numero considerevole di reati che si prescrive tra la sentenza di primo grado e la fissazione dell'Appello:
1. Il tempo che intercorre tra la commissione del reato e l'inizio del dibattimento di primo grado
2. Il tempo che intercorre tra la sentenza di primo grado e la fissazione del giudizio innanzi alla Corte d'Appello.
In entrambe queste fasi, il difensore NON ha alcuna possibilità di incidere, restando mero spettatore del lento incidere dell'amministrazione.
P.S.
Come attestato dalla tabella, per la quale ringrazio l'amico e Collega Giorgio Varano, la maggior parte delle prescrizioni, circa il 60%, viene dichiarata dal GIP/GUP.
Avvocato Luca Panico