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Ricerca: il mestiere meno gratificante ? Fare l´avvocato, 4 su 5 sono "annoiati". Seguono consulenti e ingegneri

A tutti capita di essere annoiati, magari in una giorno festivo nel quale non abbiamo nulla da fare, magari con una temperatura esterna così rigida da non rendere esaltante mettere il naso fuori casa, soprattutto se non c´è nessuno con cui uscire.
Ma ci può essere una noia più profonda ed insidiosa, quella che nasce dall´ assenza di stimoli e dalla incapacità o impossibilità di provare interesse per le cose che si fanno e per le persone che ci circondano.
Chi si annoia in questo modo vive una quotidianità dove niente lo emoziona, lo coinvolge e lo entusiasma.
Un istituto di ricerca londinese, Emolument, ha condotto una ricerca su quali siano i mestieri che statisticamente procurino una noia di questo tipo nei paesi del mondo, ed i risultati, recentemente presentati, sono sorprendenti: avvocati, consulenti e ingegneri i più insoddisfatti e Italia addirittura al terzo posto. Eccone i risultati:
di Simone Cosimi*
 
Al vertice ci sono i lavori della sfera legale, il mondo della consulenza e del controllo finanziario, i servizi bancari ma anche le vendite e quelli ingegneristici. Sono gli impieghi più noiosi stando almeno all´indagine della società di consulenza londinese Emolument.
 
L´81% di avvocati e notai si ritiene annoiato, così come il 78% di chi si occupa di project management e il 71% di chi svolge mansioni di supporto.
Si scende sotto la soglia del 70% solo con chi si occupa di controllo finanziario. Seguono consulting & accounting (67% di annoiati, come chi lavora nei servizi finanziari e bancari), ingegneristici, vendite ma anche, forse un po´ a sorpresa, marketing e comunicazione (60%).
L´aspetto interessante è che il demone della noia sembra impossessarsi alla stessa maniera dei capi come dell´ultima ruota del carro.
Per l´indagine, condotta su 1.300 professionisti, i manager di più alto livello (Ceo, Cfo, Cto e compagnia) fanno segnare una quota di monotonia sostanzialmente pari a chi è neoassunto, ha ruoli junior, di quadro o dirigenziali. Tutti, infatti, si muovono fra il 64 e il 66%: d´altronde se neanche gli executive trovano grandi stimoli in ufficio, come si può pretendere che ne scovino gli ultimi arrivati?
Fra i settori meno colpiti, invece, ci sono quelle di ricerca e sviluppo (solo il 45% di annoiati), management esecutivo (49%), educazione (esattamente a metà), risorse umane e IT, che si muovono comunque al di sotto di quota 60.
"La noia sul posto di lavoro è una questione chiave per le imprese, che cercano di mantenere i lavoratori più giovani coinvolti, in particolare nei settori tradizionali come quello legale o di contabilità che possono essere percepiti come particolarmente tediosi – racconta Alice Leguay, cofondatrice e Coo di Emolument – i datori di lavoro cercano dunque di dare giovani dipendenti la soddisfazione di incidere nella vita lavorativa per impedire che si stufino troppo rapidamente e cerchino altro. Senza una figura ispirazionale di leadership, o una sfida professionale entusiasmante che motivi i membri più giovani del team, la noia penetrerà rapidamente".
In termini di paesi, invece, le situazioni sono le più diverse sotto il profilo salariale: segno che non è quanto guadagni a decretare il tuo tasso di uggia e seccatura. I più tediati sono per esempio i lavoratori degli Emirati Arabi Uniti, che possono godere di elevati salari (o meglio, di tassazione quasi inesistente sullo stipendio) e a pari punteggio (83% di annoiati) ci siamo noi italiani. La terza posizione va agli statunitensi. A scorrere i dipendenti di Singapore, Irlanda, Spagna, Hong Kong e Gran Bretagna. In Svizzera e Francia si registrano livelli meno elevati di noia ma comunque superiori al 50% della forza lavoro.
*pubblicato su Wired, 23 febbraio 2017

 

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