L´incontro al Cairo tra il procuratore generale egiziano Nabil Sadeq e il procuratore Giuseppe Pignatone "è stato positivo", Egitto e Italia "hanno lo stesso obiettivo, quello di trovare i responsabili" della morte di Giulio Regeni. Lo dice all´ANSA il procuratore di Giza, Ahmed Nagui, che ha assistito all´incontro. Le due parti "si sono scambiate informazioni sull´assassinio" e "tutte le piste restano aperte".
Nell´incontro tra il procuratore generale egiziano Nabil Sadeq e il procuratore della Repubblica di Roma Giuseppe Pignatone le parti "hanno scambiato importanti informazioni" e si sono dette d´accordo per "incrementare la reciproca cooperazione per definire la realtà dei fatti e arrivare a individuare i responsabili" della morte del ricercatore italiano. Lo si legge nel comunicato congiunto diffuso dalla Procura egiziana firmato da Pignatone e Sadeq.
LA MISSIONE
Piena collaborazione dalle autorità giudiziarie egiziane per arrivare alla verità sull´omicidio di Giulio Regeni. E´ l´obiettivo della missione del procuratore della Repubblica di Roma Giuseppe Pignatone e del sostituto Sergio Colaiocco, titolari dell´inchiesta, volati al Cairo. In un gesto di apparente distensione, gli inquirenti romani sono stati invitati nella capitale egiziana per essere informati "degli ultimi sviluppi investigativi relativi alla morte" del ricercatore universitario. Si tratterà ora di verificare se all´invito seguirà una condivisione sostanziale e completa di tutti gli elementi legati all´indagine sull´omicidio. Già, perché fin dal ritrovamento del corpo, lo scorso 3 febbraio, la collaborazione della procura di Giza - titolare del fascicolo - e delle forze di sicurezza egiziane è stata lacunosa e parziale. Mentre dagli organi di stampa locali, filogovernativi, si sono susseguite indiscrezioni e notizie tese ad allontanare i sospetti dagli apparati di sicurezza egiziane che potrebbero aver scambiato il giovane per una spia ed avvalorare invece piste centrate sulla sfera personale dei rapporti di Regeni. Ed il team di investigatori di Polizia e Ros arrivato al Cairo il 5 febbraio non è stato finora messo al corrente di tutto. Anzi, le carte consegnate dai colleghi egiziani presentano diversi ´buchi´: i risultati completi dell´autopsia, i tabulati di cellulari, i video delle telecamere a circuito chiuso di strade e metro dove è passato il giovane prima di sparire, i verbali dei testimoni ascoltati. L´indicazione del ministro della Giustizia, Andrea Orlando, nei giorni scorsi è stata chiara: la missione di Pignatone e Colaiocco è "il segno del fatto che si chiede anche all´Egitto una pronta effettiva e trasparente cooperazione. E´ l´iniziativa di un Paese che vuole la verità".
Fonte: Ansa
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