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Raoul e Terence, due miti

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 "In realtà, non ho mai pensato all'arrivo di Don Massimo come a un cambiamento, ma come a un proseguimento di questa serie. Il cambiamento sarebbe stato mettere fine a una fiction così importante. Mi sono sentito investito della responsabilità di portare avanti una serie di grande livello, spessore e successo. Ho fatto il possibile per farla bene, mettendoci impegno, rispetto e attenzione come faccio sempre nel mio lavoro. Mi sono sentito gratificato dal fatto che il produttore abbia scelto proprio me per questa fiction tanto amata".

Raoul Bova, poco prima della puntata di ieri sera, ha voluto spiegare a Fanpage il senso dell'entrata in scena di Don Massimo nella fiction "Don Matteo" e di una eredità al limite del proibitivo, e ha continuato: "Il mio incontro con Terence era doveroso, necessario. Avrei voluto passare ancora più tempo con lui e chiedergli tante cose. È stato importante per me avere il suo benestare, che mi abbia incontrato e abbia accettato l'attore che avrebbe portato avanti quello che lui ha creato, quello che ha fatto fino ad oggi e che forse farà ancora, perché per ora è tutto avvolto nel mistero".

Splendide parole, tra due miti come loro non sarebbe stato possibile altrimenti.

E il pubblico italiano lo ha capito alla perfezione.

 

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