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"Processate Salvini". Chiesta autorizzazione a procedere contro ministro, le motivazioni

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 Il tribunale dei ministri di Catania ha richiesto l'autorizzazione a procedere in giudizio nei confronti del ministro dell'Interno, Matteo Salvini, per il caso Diciotti per il reato di sequestro di persona.

Il tribunale dei ministri ha quindi contraddetto la richiesta motivata di archiviazione della procura della Repubblica del capoluogo etneo, guidata da Carmelo Zuccaro.

"Ci riprovano" attacca Matteo Salvini in un video in diretta su Facebook. "Rischio da 3 a 15 anni di carcere per aver bloccato gli sbarchi dei clandestini in Italia. Non ho parole. Paura? Zero. Continuo e continuerò a lavorare per difendere i confini del mio Paese e la sicurezza degli italiani!".

LE MOTIVAZIONI DEL TRIBUNALE

"E' convincimento di questo Tribunale che la condotta in esame abbia determinato plurime violazioni di norme internazionali e nazionali, connotandosi per ciò solo di quella indubbia illegittimità integrante il reato ipotizzato" (sequestro di persona aggravato, previsto dall'articolo 605 del codice penale, comma I, II n.2 e III).

"Il ministro ha agito fuori delle finalità proprie dell'esercizio del potere conferitogli dalle legge – scrive il collegio del tribunale dei ministri presieduto da Nicola La Mantia, giudici a latere Sandra Levanti e Paolo Corda - in quanto le scelte politiche o i mutevoli indirizzi impartiti a livello ministeriale non possono ridurre la portata degli obblighi degli Stati di garantire nel modo più sollecito il soccorso e lo sbarco dei migranti in un luogo sicuro (Safe of safety) obblighi derivanti da Convenzioni internazionali che costituiscono una precisa limitazione alla potestà legislativa dello Stato in base agli articoli 10, 11 e 117 della Costituzione".

 

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