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Pm Agrigento: "Ragioni umanitarie non giustificano violenza". Salvini: "Espulsa se giudici non confermano arresto"

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 "Le ragioni umanitarie non possono giustificare atti di inammissibile violenza nei confronti di chi, in divisa, lavora in mare per la sicurezza di tutti". È estremamente deciso il procuratore della Repubblica di Agrigento Luigi Patronaggio, che entro lunedì chiederà al gip la convalida dell'arresto di Carola Rackete, la comandante della Sea Watch, che al momento è in stato di fermo ai domiciliari in attesa del provvedimento del giudice delle indagini preliminari. "Non ha fatto nulla per evitarci, siamo stati fortunati: poteva schiacciarci" dicono intanto dal comando della guardia di finanza, una cui motovedetta ha cercato di impedire all'imbarcazione della "Capitana" di entrare, la scorsa notte, nel porto di lampedusa, senza riuscirci. E non a caso, almeno al momento, la resistenza a nave di guerra sembra essere l'unico reato, previsto e punito dall'articolo 1100 del Codice della navigazione, contestato alla Capitana, mentre, a quanto pare, ed allo stato, alla stessa non sarebbe stato contestato alcune reato ai sensi del decreto sicurezza bis. Duro il comunicato del Reparto Operativo Aeronavale della Guardia di Finanza di Palermo che definisce l'episodio "un atto di forza inaspettato, un gesto irresponsabile. Una cosa che ti puoi aspettare da un narcotrafficante su un motoscafo o da un contrabbandiere". Ma per la verità, con un altro comunicato la Sea Watch ha fatto sapere che la comandante è stata costretta a fare ingresso al porto di Lampedusa in quanto, nonostante le conclusioni di un conciliabolo tra i paesi della comunità, il governo italiano non era intervenuto per prestare soccorso ai migranti a bordo della nave, nonostante tale obbligo fosse stato comunque imposto dalla Corte Europea dei diritti umani con la stessa decisione che, la settimana scorsa, è per altro verso, non aveva autorizzato lo sbarco dei migranti dando torto alle tesi dei legali della Sea Watch su questo punto.

"Io spero che lunedì i giudici di Agrigento confermino l'arresto della comandante della Sea-Watch che questa notte ha fatto un atto di guerra contro il nostro paese, a se così non sarà abbiamo già pronto un decreto di espulsione". Il ministro per l'interno Matteo Salvini rimane deciso e prepara le contromosse ad ogni possibile esito della camera di consiglio, che per l'appunto si terrà lunedì alle Trbunale di Agrigento. O i giudici confermeranno l'arresto per la comandante, oppure sarà il ministro per l'interno  a notificare direttamente alla stessa un ordine immediato di espulsione dal territorio nazionale come persona sgradita al paese e pericolosa per l'ordine e la sicurezza pubblica. Come, in pratica, un narcotrafficante o un terrorista. Ma comandante, che ancora non è stata sentita con un rituale interrogatorio di garanzia, che si terrà nelle prossime ore, ha comunque chiesto scusa ai finanzieri, pur ribadendo che la propria intenzione non era di violare gratuitamente la legge italiana ma garantire ai migranti a bordo di essere assistiti a terra, considerato che nessuno era intervenuto per assisterli all'interno della nave. È proprio su questi punti  che si giocherà una nuova partita, dato che i legali della Sea Watch hanno predisposto e trasmesso alla Procura della Repubblica di Agrigento un complesso esposto nel quale si denunciano violazione della legge penale a carico delle autorità italiane.

 

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