Piergiorgio, il Giornalista sotto le bombe

Piergiorgio, inviato di Rai2 a Kyiv, l'unico giornalista al mondo di una TV nazionale insieme a un collega della Cnn, che sarebbe rimasto in quell'inferno. Per sua scelta: il direttore Gennaro Sangiuliano aveva chiamato tutti i suoi giornalisti. Siete liberi di andare, le sue parole, lì si rischia la pelle. Piergiorgio Giacovazzo non si è nemmeno posto il problema. Io rimango qui, ha risposto, stessa decisione Leonardo Zellino, inviato a Novohrad, poco distante da Kyiv. I due italiani in Ucraìna sono amici ma completamente isolati. Un altro mondo. "Le bombe tra le case, le donne e i bambini rifugiati a casa loro, se hanno un bunker, o nei sotterranei della metro. Gli uomini al fronte. Questa è la guerra bastarda di quel criminale di Vladimir Putin". Cosi ha scritto Piergiorgio due giorni fa su Instagram, sforzandosi di abbozzare un sorriso.

 Piergiorgio è un romano, ha 52 anni. Figlio d'arte, anche suo padre era Giornalista, lui ne ha seguito le orme. Un quarto di secolo in redazione, il TG delle 13. Insieme alla penna, l'altra grande passione, le moto. Coraggioso come un centauro. Quattro anni fa, alla Romanina, fu preso a bastonate in testa dai Casamonica, stessa sorte toccò a Floriana Bulfon, che era con lui. In pochi avrebbero avuto le palle di andare da quei mafiosi, per di più imbufaliti dopo quaranta arresti, a metter loro davanti un microfono, lui non si pose il problema.

 "Fare l'inviato di guerra è il mestiere più straordinario, disperato, difficile e magnifico che esista. Si tratta di raccontare la storia mentre la storia accade". Così Franco Di Mare, direttore TG3, in un'intervista sulla "trincea" di Sarajevo. "Anche se" continuava "ora i giornalisti sono diretti obbiettivi, li cercano anche per ucciderli in diretta davanti all'occhio dei telefonini". Ti auguriamo il meglio, Piergiorgio, e grazie di cuore. Dai noi colleghi, da ogni italiano.