Autorizzare o meno una figlia minorenne ad affrontare un viaggio da sola, in un altro continente e per un periodo di tre mesi.
Non trovando un accordo con la moglie circa la decisione sulla richiesta della figlia di effettuare la tanto desiderata vacanza-studio in Australia, il padre chiamava a pronunciarsi il Tribunale di Milano.
Il giudice istruttore, al fine di appurare la volontà, in capo alla minore, di effettuare il detto viaggio e meglio comprenderne il desiderio e la motivazione, disponeva con ordinanza la sua audizione, atto peraltro assolutamente necessario e imprescindibile, posto che in tutti i procedimenti che riguardano il minore è per il giudice obbligatorio procedervi, e a maggior ragione, qualora il disaccordo tra i genitori verta su di una decisione che investe direttamente il figlio.
Preme a tal proposito sottolineare quanto ancor prima che sul giudice, gravi sui genitori un obbligo di ascoltare i figli e dar voce ai loro desideri, aspirazioni e inclinazioni. Obbligo a cui fa da specchio un diritto in capo al minore di essere attenzionato e compreso (art. 315 bis Codice Civile). Nel caso di specie un´adolescente ormai prossima alla maggiore età, richiamava l´attenzione sui primi germogli della sua adultità ed esternava, in famiglia prima, e durante l´audizione dopo, il desiderio di affrontare la vacanza, in modo del tutto sereno, libero, consapevole dell´impegno e delle energie che avrebbe dovuto investire in tale esperienza, e per nulla contaminato da un qualche sentimento di preoccupazione. Per di più, il padre allegava al ricorso tutti gli estremi relativi alla scuola che la figlia avrebbe frequentato nonché il richiamo alla disponibilità offerta proprio in Australia, dalla zia, per qualsiasi urgenza della nipote. Unico freno a tale preghiera, la preoccupazione della madre, che per nulla ha dato voce al desiderio della stessa, e di cui certo non può negarsi la capacità di ascolto: quella delle sue ansie.
Il ritenere infatti, da parte sua, inadeguato alla figlia un viaggio di tal fatta, e per di più non coincidendo affatto tale opinione con le reali caratteristiche del viaggio e con l´assennato entusiasmo che la giovane ha palesato, ha offerto al giudice le motivazioni per ritenere infondate le sue ragioni e accogliere il ricorso promosso dal padre.
Paola Moscuzza, autrice di questo articolo, si è laureata in Giurisprudenza presso l´Università degli studi di Messina nell´anno 2015.