"Parliamone prima dei problemi dell´Avvocatura italiana e, soprattutto, ascoltateci di più". Così il coordinatore dell´Organismo congressuale forense, Antonio Rosa (foto) in apertura della "Giornata della dignità e dell´orgoglio dell´Avvocatura" organizzata a Roma al teatro Adriano e moderata dal giornalista de ILSOLE24ORE, Giovanni Negri, e di cui lo stesso organismo ha stilato, sulla propria bacheca facebook, un comunicato di sintesi.
Una occasione per chiedere alla politica, venti giorni prima delle elezioni che determineranno chi guiderà il Paese nel prossimo quinquennio, un impegno chiaro su alcune richieste, prima tra tutte, sulla costituzionalizzazione del ruolo dell´avvocato, non come presenza occasionale ma come coessenziale per il sistema democratico e sulla necessità di una consultazione della categoria tutte le volte nelle quali occorre mettere mano a riforme nel settore giustizia. Richiesta messa nero su bianco in un progetto scritto dal CNF, condiviso da OCF e consegnato ai politici che hanno preso parte alla giornata.
Erano presenti: Franco Vazio (deputato Pd); Maurizio Gasparri (senatore Forza Italia); avv. Daniele Piva (Movimento 5Stelle); avv. Michele Sarno (Fratelli d´Italia); Antonio Marotta (deputato Noi con l´Italia); avv. Cesare Antomaso (Potere al popolo). Presenti per un indirizzo di saluto Giuseppe Iacona, tesoriere del CNF e Nunzio Luciano, presidente di Cassa Forense.
"Il contributo dell´Avvocatura al Governo è stato fondamentale per le riforme - ha evidenziato il sottosegretario alla giustizia, Gennaro Migliore. Auspico che tutte le forze politiche sinergicamente lavorino affinché venga riconosciuto il ruolo costituzionale dell´avvocato e il ruolo dell´Avvocatura anche nei consigli giudiziari".
L´OCF - continua il comunicato - ha messo sul piatto i più scottanti problemi di tutti i settori del diritto, da quelli del civile illustrati da Antonio Rosa (taglia tempi; geografia giudiziaria); a quelli del diritto penale, esposti da Sandro Vaccaro, tesoriere OCF (gratuito patrocinio; processo a distanza che preclude l´esercizio effettivo del diritto di difesa; estensione dell´applicazione delle misure di prevenzione; uso delle intercettazioni); a quelli di diritto amministrativo, evidenziati dal segretario OCF, Giovanni Malinconico (contributo unificato altissimo che inibisce l´accesso alla giustizia; mancanza di una reale giurisdizione tributaria).
È proprio Negri, sul Sole24ore di ieri, domenica 18, con un articolo a propria firma ad evidenziare come la quasi totalità delle richieste dell´organismo si siano concentrate su un obiettivo, e cioè il considerevole ampliamento del munus e delle funzioni dell´avvocatura che, diciamolo pure, potrebbe aiutare i quasi 250.000 legali italiani a fare i conti con uno dei momenti di più drammatica crisi della storia forense. E ciò, nonostante tra i partecipanti all´assise dell´Adriano mancassero, quantomeno fisicamente, proprio loro, i rappresentanti di quella avvocatura medio bassa a rischio estinzione.
"Riconoscere dignità costituzionale alla difesa in giudizio. Un maggiore coinvolgimento nei processi decisionali in materia di politiche della giustizia. E poi, ma più specifico: portare fuori dal sistema giurisdizionale le attività di "accertamento" (non quindi quelle decisionali che rimangono al giudice) e affidarle agli avvocati. Per esempio i cosiddetti "procedimenti speciali": decreti ingiuntivi, convalide di sfratto per morosità, accertamento, indipendentemente dall´esistenza di ragioni di urgenza, dei fatti incerti con acquisizione di dichiarazioni testimoniali di terzi, di consulenze tecniche stragiudiziali e di esibizione stragiudiziale di documenti.
Sono queste alcune delle richieste avanzate dall´Organismo congressuale forense alle forze politiche in una campagna elettorale che tende a rimuovere dall´oggetto del confronto il tema della giustizia. Tutti punti che possono andare a costituire una sorta di "contratto con l´avvocatura" che starà a chi lo vorrà sottoscrivere, e all´avvocatura verificare poi la coerenza successiva con gli impegni presi".