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Occupazione femminile: garantire la parità di genere.

Giovanna-Cascone

L'Emilia Romagna è una regione virtuosa in materia di pari opportunità. Lo confermano i dati diffusi dall'Ente regionale e dall'assessore alle Pari Opportunità Emma Petitti che, nel tracciare il bilancio occupazionale del territorio, fanno sapere che le donne occupano il 63,7% del mercato del lavoro, oltre il 10% in più della media nazionale. Se da un verso tali numeri confortano, dall'altro confondono e suscitano dubbi tenendo conto che solo qualche giorno fa è stato reso noto che molte donne lavoratrici del territorio regionale hanno uno stipendio più basso e rischiano di perdere il posto di lavoro durante o dopo la gravidanza. Una verità che nessuno nasconde e la stessa assessora Petitti fa presente che "la Regione Emilia Romagna non deve abbassare la guardia su queste tematiche".  Difatti l'impegno e l'attenzione delle istituzioni regionali è costante al fine di avere un mercato del lavoro il più possibile equilibrato, garantendo una presenza femminile pari a quella maschile. Il segreto di tale successo risiede nell'assicurare la partecipazione delle donne nel mercato del lavoro attraverso un'adeguata presenza delle stesse nelle posizioni di vertice e portando avanti una politica che ruota attorno al delicato rapporto tra vita familiare e attività lavorativa. Un trend destinato a crescere grazie ad un ente istituzionale che continua ad investire sul territorio finanziando progetti per sostenere le donne in percorsi di carriera e di conciliazione con i tempi di lavoro e vita privata. In tutto sono 42 i progetti approvati e recentemente finanziati dalla regione Emilia Romagna per il valore di 1 milione di euro. Nello specifico: 27 i progetti che hanno come enti capofila la Città metropolitana di Bologna, Province, Comuni e Unioni comunali per un valore complessivo di 649 mila euro; ad associazioni che operano nel privato sono stati destinati i restanti 15 progetti per un valore di 350 mila euro. L'intervento, monitorato dall'ente regionale,  prevede azioni che incentivino la sinergia tra pubblico e privato. Con questo finanziamento la Regione da impulso all'economia basata sulla parità di genere, favorendo la presenza femminile nel mondo del lavoro da sempre, purtroppo, nelle mani degli uomini. Dunque, in un contesto nazionale a macchia di leopardo, la regione Emilia Romagna ha tutte le carte in regola per poter innescare un cambiamento in positivo che veda, una volta per tutte, la presenza di donne che siano contemporaneamente mamme e lavoratrice anche in contesti dirigenziali e strategici per il nostro Paese.  

C'è da dire che l'attenzione dell'assessorato regionale alle Pari Opportunità al mondo femminile va oltre il tema dell'occupazione e abbraccia, anche, azioni rivolte al contrasto delle discriminazioni e della violenza di genere. Per questo motivo è stato predisposto un nuovo bando da 1 milioni di euro per favorire la cultura delle pari opportunità, potenziare la rete di protezione, prevenzione e ascolto sostenendo e valorizzando le attività promosse dagli enti locali e dalle numerose associazioni presenti sul territorio regionale. Inoltre, nel nuovo bando è posta particolare attenzione a progetti e iniziative realizzate nei comuni montani più difficili da raggiungere e, pertanto, più isolati.

Recentemente la regione ha finanziato un ulteriore bando da 470 mila euro per l'apertura di nuovi centri antiviolenza, sportelli e case rifugio per garantire una copertura più omogenea sul territorio e per dare a tutte le donne le stesse opportunità di ascolto, accoglienza e protezione nel superare il muro dell'omertà e intraprendere il difficile percorso che le condurrà fuori dalla violenza. L'Ente regionale, dunque, contribuisce in modo sostanziale alla lotta contro le diverse forme di violenza e discriminazione sulle donne e affinché vengano rispettate le norme che a livello nazionale garantiscano la parità di genere.

 

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