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Separazione coniugi: compromissione rapporto padre-figlia, nessun addebito se causato dalla madre

Lo ha stabilito la Corte di Cassazione, I sezione civile, con Sentenza n. 5757 del 2016 depositata il 26 marzo.
La Sentenza ha preso le mosse da un attualissimo caso, nel quale i figli si trovano al centro delle liti tra i coniugi con enormi conseguenze psichiche e d emotive.
La moglie, nel caso specifico, aveva chiesto l´addebito al marito sostenendo che lo stesso avesse agito con violenza e posto in essere ingiurie nei loro confronti.
Ciò premesso, nonostante il riscontro oggettivo di quanto appena affermato, i Giudici non hanno addebitato la separazione al marito ritenendo piuttosto la moglie responsabile della totale alienazione del rapporto padre figlia avvenuto a seguito del continuo atteggiamento di sfiducia che la stessa mostrava nei confronti del marito.
La madre, infatti, aveva creato un rapporto definito dai Supremi Giudici simbiotico funzionale con la figlia, e osteggiato il percorso consigliato dagli specialisti, così rendendo ancora più debole ed inclinato il rapporto tra la figlia e il di lei padre.
Anche in ordine alle doglianze economiche della madre, che chiedeva una revisione dell´assegno, la Cassazione ha stabilito che nessun errore fosse riscontrabile nell´operato del Giudice di merito che aveva operato una valutazione complessiva delle posizioni economiche.
In particolare, affermando che il giudice, nel determinare il quantum dell´assegno, può operare la valutazione anche nei termini su detti, non essendovi necessità di un analisi analitica dei redditi.
Per tali motivi i Giudici Supremi non hanno accolto le doglianze della donna, stabilendo piuttosto il principio di diritto della impossibilità di addebito nei confronti del padre nei casi come quello illustrato.
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